Resp.: dr. E. Reale
La 1° Linea guida
L'accoglienza
È il primo momento in cui si
costruisce la relazione tra l'utente ed il servizio. La caratteristica di questa
relazione biunivoca è dal lato
dell'utente il sentirsi accolti ,
ascoltati, e dall'altro lato del Servizio acquisire tutte quelle informazioni
necessarie a sviluppare una prima risposta competente sul problema.
L'accoglienza costituisce il momento più delicato e complesso
della relazione tra servizio ed utenti. L'utente deve sentirsi accolto , deve
percepire che ha trovato il luogo giusto dove esprimere il proprio problema
Ma il bisogno dell'utente non è solo quello di essere ascoltato, vi è
poi il bisogno di capire se il tecnico cui ci si affida è competente. La
competenza si misura nelle procedure diagnostiche e nelle indicazioni di
trattamento che si è in grado di sviluppare il più rapidamente possibile.
Per questo motivo l'accoglienza richiede un tempo lungo, da suddividere
in fasi con un passaggio tra più operatori.
L'accoglienza psicologica richiede, forse più di altre specialismi, una
conduzione clinica di tipo olistico centrata sull'ascolto del paziente,
sull'attenzione a tutto campo ai suoi problemi, ma anche su una raccolta
sistematica ed organizzata dei dati quantificabili che riguardano la vita del
paziente ( la sua condizione oggettiva di vita) e le sue relazioni e le sue
percezioni.
Questo momento è gestito sia dagli
operatori di base (infermieri, assistenti sociali,) che presiedono alla fase di
avviamento del rapporto con l'utente che dagli operatori psicologi e medici che
sovraintendono alla fase della valutazione diagnostica, della decisione
terapeutica e della vlautazione dell'intervento.
La prima fase dell'accoglienza: la conoscenza del problema e
il profilo dell'utente
Il contenuto di questa fase è molto ampio esso
riguarda la definizione di un profilo attraverso l'ascolto e la raccolta
di:
-
dati personali
socio-anagrafici: età, scolarità, occupazione, reddito, stato civile,
abitazione;
-
dati della richiesta e
del problema per il quale si chiede l'intervento così come liberamente espresso
dall'utente con indicazione dei tempi di insorgenza e della presa di decisione
-
eventuali
dati su interventi precedenti con indicazione delle date di riferimento e degli
esiti;
-
dati sulla composizione
del nucleo d'origine con le caratteristiche di età , scolarità, occupazione,
stato di salute/malattia degli altri componenti
-
dati sulla composizione
del nucleo familiare acquisito con le caratteristiche di: età , scolarità,
occupazione, stato di salute/malattia degli altri componenti.
-
dati anamnestici e dati
della storia personale con le principali tappe del percorso di vita:
·
infanzia 0-3 anni e 4-10
anni,
·
preadolescenza ( 10-14
anni) e adolescenza ( 15- 18),
·
post-adolescenza ( 19
anni fino alla fase dell' autonomia dal nucleo d'origine);
·
la tappa dell'autonomia
con la prima occupazione e/o con la creazione di un proprio nucleo familiare
·
la tappa del rapporto di
convivenza e della nascita dei figli (la tappa dei " figli piccoli"
convenzionalmente indicati in letteratura come al di sotto dei 14 anni), dello
sviluppo della carriera, ecc.;
·
la tappa dei figli
grandi, della loro autonomia, in coincidenza o meno con la tappa biologica della
menopausa e/o del pensionamento dal lavoro di mercato.
Ognuna di queste tappe porta il riferimento ad eventi di vita
particolari sia biologici che psico-sociali, utili nella valutazione della
storia di una persona in rapporto alla condizione attuale di disagio
rappresentato:
ü
lo sviluppo
sessuale/sfera riproduttiva,
ü
le patologie,
ü
la convivenza familiare,
ü
le relazioni
scolastiche/lavorative,
ü
le relazioni tra pari ,
ü
le relazioni con i
genitori, con adulti, con pari, contrassegnate
da abuso, maltrattamento violenza sessuale e psicologica e fisica.
-
Il protocollo della 1°
fase di accoglienza comprende anche una scheda di autovalutazione che riguarda:
·
il funzionamento sociale
e relazionale della persona
·
la percezione di sè
ed il livello di auto-stima e di etero-stima
·
la percezione del
livello di autonomia
·
la percezione delle
abilità e risorse personali
·
la percezione del
proprio stato di salute con una scheda dettagliata riferita a sintomi e
malesseri psico-fisici.
Obiettivo di questa fase è offrire
una possibilità ampia di ascolto alla persona e nello steso tempo realizzare
una conoscenza dei dati di base della vita quotidiana della persona necessari
a inquadrare la problematica portata.
La metodologia utilizzata è insieme
quella del colloquio libero orientato
e della intervista semi-strutturata.
Raccomandazione di
genere
Tutti i dati da raccogliere devono poter essere applicati a donne ed
uomini senza pregiudiziali differenziazioni del campo di indagine. Ad esempio
se l'indagine sul lavoro viene svolto per gli uomini, sarà svolto anche per
le donne, ampliando il concetto del lavoro per entrambi i generi ed inserendo
nell'analisi della vita quotidiana di entrambi sia il lavoro familiare che
quello per il mercato.
Se si indagano le tappe dello
sviluppo sessuale ed affettivo questa indagine sarà svolta per uomini e
donne.
Quello
che è assolutamente da evitare è circoscrivere i problemi delle donne
nell'area affettivo-riproduttiva e i problemi degli uomini in quella
lavorativa- produttiva, con tutto quello che ne consegue in termini di
pregiudizi di ruolo e di conseguenti sottovalutazioni o sopravvalutazioni di
specifici fattori di rischio.
La seconda fase dell'accoglienza: la valutazione diagnostica
La seconda fase dell'accoglienza
prevede l'incontro con il tecnico specialista ( psicologo o medico con
formazione psicologico-clinica) per una prima valutazione del problema.
Si entra quindi nel vivo della
richiesta di aiuto, nella percezione del malessere della persona, nell'analisi
approfondita della sintomatologia o del problema e delle difficoltà relazionali
e psicologiche connesse.
Si approfondiscono quindi i dati che
riguardano il problema differenziando due tipi di situazioni:
-
una situazione in cui
l'utente porta in discussione solo problemi esistenziali, relazionali
-
una situazione in cui il
problema è preceduto o accompagnato o caratterizzata da un insieme di sintomi o
percezioni di disagio personale che riducono e limitano le possibilità di
"well-being".
Questa differenziazione ha un
riflesso pratico nel creare anche risposte diversificata: più orientata alla
prevenzione nel primo caso, più specificamente orientata alla cura nel secondo
caso.
Infine una terza situazione
richiede un intervento anche riabilitativo: essa riguarda situazioni
sintomatiche di lungo periodo con
effetti di cronicizzazione (evidenti nella formazione di specifici stili di vita
caratterizzati da abitudine alle chiusure e limitazioni).
Per inquadrare la tipologia
del problema presentato, il colloquio clinico, nella seconda fase
dell'accoglienza, si struttura sull'analisi dei seguenti campi:
1.
I sintomi[1]
I sintomi vengono letti ed inquadrati da un lato secondo un sistema
diagnostico ampiamente accreditato (ad esempio il Manuale di valutazione
diagnostico DSM IV); dall'altro dal punto di vista della percezione dell'utente,
e cioè come la persona vive ed esprime il suo disagio. Il vissuto della persona
è un indicatore significativo della gravità di un sintomo: quanto cioè la
persona lo tolleri, come lo controlli e lo fronteggi, cosa significhi in termini
di disturbo ed ostacolo alla vita quotidiana ( gli effetti del sintomo).
Il sintomo viene anche inquadrato rispetto al livello temporale:
l'analisi verte sul percorso di cronicizzazione del sintomo e sui livelli di
adattamento che si sono raggiunti. Il percorso di cronicizazzione del sintomo
spesso è collegato con una storia di interventi tecnici ( medico-farmacologici
o anche psicologici) che sono entrati nella storia di vita della persona e che
hanno avuto alcuni effetti che vanno presi in considerazione ( modifica di stili
di vita, riduzione della stima di sè, ecc.).
Nella
valutazione del sintomo e della situazione di disagio, molta attenzione deve
essere data alla eventuale differenziazione tra carattere principale del sintomo
psichico o secondario in relazione ad altra
patologia fisica. Questa procedura di valutazione è stata assunta nel DSMIV
come procedura da mettere in atto come propedeutica ad ogni inquadramento
diagnostico, superando in questo modo le vecchie distinzioni tra disturbo
organico e disturbo psichico.
Raccomandazione di genere
In rapporto all'utenza
femminile questa valutazione differenziale assume una specifica importanza
visto il prevalere di un pregiudizio che vuole la generalità dei disturbi
femminili attribuibile in prima istanza a "fragilità emotiva" o a
"carattere isterico". Nei "Pronto Soccorso" con maggiore
facilità si tende a diagnosticare nelle donne disturbi diversi come connessi
o derivati da turbe psichiche ( ansia, paure immotivate, apprensione, ecc.)
2.
la storia personale
Il tecnico fa una prima valutazione
della storia personale dell'utente, così come emersa nella prima fase
dell'accettazione individuando la presenza di eventi negativi[2]
( traumi, abusi, stress specifici) e analizzando anche l'attuale condizione
personale, caratterizzata dalla presenza o meno di risorse interne (
riconoscimento di capacità
personali, stima di sè, abilità e competenze personali, autonomia) e risorse
esterne ( supporti sociali ed economici, rete amicale, inserimento
socio-lavorativo, ecc.).
La fase termina quindi con
una valutazione diagnostica a tutto campo che si basa su questo doppio livello:
A.
inquadramento dei sintomi, della percezione del malessere, del livello di
funzionalità psico-sociale insieme alla raccolta di dati sulla
temporalizzazione e cronicizzazione del problema e dei sintomi;
B.
visualizzazione della condizione di vita della persona attraverso la sua
storia personale e gli ultimi eventi, connessi ad una tappa di vita specifica.
Il primo livello (A) della
valutazione diagnostica ovvero l'inquadramento dei sintomi è supportata dal
riferimento ad uno dei raggruppamenti diagnostico generali codificati nel DSM IV[3]:
-
Disturbi dell'umore
-
Disturbi
dell'alimentazione
-
Disturbi d'ansia
-
Disturbi di personalità
-
Disturbi sessuali e
dell'identità di genere
-
Disturbi somatoformi
-
Disturbi dissociativi
-
Schizofrenia ed altri
disturbi psicotici.
Quando l'inquadramento diagnostico riguarda solo problemi
relazionali e difficoltà di
adattamento a situazioni nuove o ad eventi stressanti, esso non avrà
il riferimento al DSM IV.
In questo caso viene enucleato il
problema principale, che deve corrispondere all'ultimo problema insorto nella
vita di relazione della persona in rapporto al quale è stata presa la decisione
di ricorrere all'aiuto di un tecnico esterno.
Il secondo livello della valutazione
(B) centrata sulla conoscenza degli eventi e condizioni di vita, sulle risorse e
abilità dell'utente permette di cogliere i fattori coadiuvanti
del processo di superamento del malessere, dando ulteriori indicazioni
anche sulle scelte terapeutiche da adottare e sulla presenza di maggiori o
minori difficoltà di approccio e risoluzione dei problemi.
La individuazione del raggruppamento
generale o del tipo di problema unitamente
alle conoscenza delle risorse dà in prima istanza all'operatore la possibilità
di individuare il tipo di percorso terapeutico da proporre all'utente
La
specificazione della diagnosi e della prognosi è comunque affidata alla
maggiore conoscenza dei problemi e delle risorse da realizzare negli ulteriori incontri con l'utente.
La terza fase
dell'accoglienza: la risposta e la presa in carico
La valutazione diagnostica dà un
primo inquadramento al problema ed orienta la risposta verso una delle seguenti
direzioni:
q
Interventi individuali
§
Colloqui finalizzati
(2-4) ad un approfondimento della valutazione dei problemi in rapporto ad
esigenze specifiche dell'utenza (esigenze legali, di tutela e protezione,
dimostrative di danni subiti, ecc.)
§
Colloqui finalizzati
(2-4) alla impostazione appropriata di
problemi specifici ( problemi in genere relazionali, di rapporto di coppia, di
rapporto con i figli, ecc.)
§
Colloqui di supporto in
una situazione di stress e di difficoltà circoscritta e riconosciuta
( gravidanza, post-partum, lutto, separazione, perdita del lavoro, ecc.)
anche abbinati ad altro intervento ( medico o sociale) ripetuti a distanza di
tempo (ad esempio a distanza di un mese).
§
Ciclo breve di
psicoterapia (8-10 sedute), da ripetere fino a tre cicli in un anno.
q
Interventi di gruppo
Le attività di gruppo sono
differenziate in base a due criteri:
Ø
caratteristiche dei
partecipanti
§
fasce di età
§
sesso
§
condizione
socio-culturali
§
raggruppamento
diagnostico e tipologia del problema
Ø
tipologia dei gruppi:
§
gruppi di prevenzione
del breack-down psichico ( gruppi di rafforzamento: dell'auto-stima, della
socializzazione, delle capacità personali)
§
gruppi di supporto in
particolare condizioni ed eventi di vita stressanti
§
Gruppi di trattamento
psicologico per persone con sindromi psichiche omogenee (disturbi d'ansia e in
particolare attacchi di panico)
§
Gruppi di mantenimento
terapeutico per utenti che hanno già svolto un percorso terapeutico individuale
e che necessitano di ulteriore fase di appoggio
§
Gruppi di auto-aiuto per
utenti in grado di sviluppare un reciproco appoggio rispetto ai problemi
psicologici comuni.
La quarta fase
dell'accoglienza: la valutazione dell'intervento
La
quarta fase dell'accoglienza contiene la valutazione dell'intervento e delle sue
tappe.
E' previsto che alla fine del
percorso terapeutico o alla fine di una tappa del percorso ( termine
dell'intervento individuale e prosieguo di un intervento di
gruppo, termine di un un primo ciclo di psicoterapia, ecc.) vi sia un follow
up mediante intervista all'utente.
La valutazione intermedia o finale
è svolta dal personale infermieristico che accoglie nuovamente l'utente in un setting
specifico di ascolto e confronto.
La fase della valutazione si avvale
delle seguenti procedure e strumenti tecnici:
§
riproposizione della scheda
di auto-valutazione iniziale. Attraverso il confronto tra le due
somministrazioni della scheda di autovalutazione ( in ingresso ed in uscita) sarà
possibile ottenere una misurazione qualitativa dell'intervento che colga le differenze tra le due situazioni e gli eventuali passi
fatti verso il superamento della percezione di disagio.
§
Scheda di gradimento.
Inoltre all'utente sarà sottoposta una scheda per misurare più direttamente il
grado di soddisfazione in relazione al servizio utilizzato.
§
Scheda definizione nuovi obiettivi. Nel caso che la valutazione non intervenga nella fase finale del
rapporto terapeutico, ma in una fase intermedia, al tecnico medico o psicologo
è dato il compito di definire i diversi obiettivi che vanno realizzati nella
nuova fase prevista per l'intervento, riempiendo una scheda ad hoc.
[1]
L'analisi diacronica dei
sintomi ( il percorso di strutturazione lungo il corso della vita) sarà
svolta in una specifica linea-guida.
[2]
L'analisi degli eventi e la loro relazione con la teoria dello stress sarà
oggetto di una specifica linea-guida.
[3]
Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (1995) redatto
dall'American Psychiatyric Association