Resp.: dr. E. Reale
La 3° Linea guida
La
definizione del percorso di ammalamento
Nel percorso di ammalamento l'ultimo
elemento prodotto ed il primo portato all'attenzione del tecnico è il
sintomo che viene percepito come fatto non controllabile e spiegabile,
avulso dalla propria vita. Il sintomo diviene il luogo in cui si concentra
l'attenzione del soggetto: il sintomo interferisce con la propria vita e con
le abitudini fino ad allora consolidate; esso segnala una interruzione nel
"normale corso della vita quotidiana".
Il fermarsi a questo tipo di
spiegazione del sintomo, pur accettando l'iniziale punto di vista della
persona con disagio, significa porsi di fronte al sintomo o a un malessere
come di fronte a un dato della realtà a-storico non collocabile nè
spiegabile nel normale corso della vita quotidiana.
L'intervento medico-farmacologico
agisce sul sintomo puntando ad una sua riduzione senza
porsi il problema della modifica delle condizioni che lo hanno
prodotto. Questo intervento molto diffuso a livello psichiatrico (in questo
ambito costituisce l'intervento di elezione)
è lontano dalle competenze dell'intervento psicologico clinico che
si pone invece l'obiettivo di collocare il sintomo all'interno del contesto
di vita e di relazione della persona. L'intervento psicologico clinico punta
ad instaurare un rapporto dialogico con il paziente, di ascolto ma anche di
ampliamento del punto di vista cognitivo-posizionale
attraverso l'analisi di altri fatti, eventi e punti di vista sia
soggettivi ( della persona in altri momenti storici) sia di altri soggetti
della vita di relazione: il tutto finalizzato al superamento delle
condizioni soggettive ed oggettive che hanno determinato il malessere.
Da questo obiettivo di dare al
sintomo una collocazione nella storia personale si dispiega la seconda fase
dell'intervento clinico che va oltre la definizione e classificazione del
sintomo: essa concerne la ridefinizione storico-sociale della malattia
attraverso l'analisi del percorso di ammalamento.
Cosa è "il
Percorso di ammalamento"
Il percorso di ammalamento è uno
strumento tecnico che serve a dialettizzare il concetto di malattia e a
superarne la visione a-storica e priva di carattere processuale.
Il
percorso di ammalamento raccoglie e posiziona su un asse temporale : eventi
di vita, dinamiche relazionali intorno agli eventi, passaggi e mutamenti di
condizione del soggetto e del suo contesto.
La definizione del percorso di
ammalamento costituisce da un lato la prima fase dell'intervento psicologico
clinico di tipo psico-sociale, dall'altro una fase di ulteriore
approfondimento della conoscenza del processo di formazione della malattia,
dei suoi antecedenti, utilizzabile anche in altri approcci psicoterapici.
L'analisi del percorso di
ammalamento amplia l'osservazione diagnostica sviluppando un quadro di
conoscenza storico-dinamica dell'evento malattia.
La conoscenza del percorso di
ammalamento si fonda anch'essa sulla narrazione del paziente ma nello stesso
tempo si avvale di una griglia di lettura costituita da indicatori e
coordinate spazio-temporali degli accadimenti della vita quotidiana.
Il campo di
osservazione del percorso di ammalamento
Il campo di osservazione del
percorso di ammalamento si estende su tre piani
( convenzionalmente A, B, C) ciascuno
nella doppia dimensione
spazio-tempo. In questa rappresentazione
il piano A è posto in orizzontale, il
piano B è trasversale rispetto al piano A, ed il piano C è trasversale
rispetto al piano B.
Il
piano A
rappresenta l'estensione temporale degli accadimenti
quotidiani e i suoi indicatori sono di due tipi: eventi e risposte agli
eventi.
Gli eventi e le risposte sono
ordinati in una sequenza
temporale regressiva che va dall'evento più recente (l'emergere del sintomo
con la richiesta di aiuto) fino a quello più lontano in rapporto con
l'attuale situazione di malessere. Gli eventi e le risposte sono scanditi su
fasce di anni da 1 a 5 o sulle fasi dello sviluppo bio-psicologico di un
individuo (infanzia, adolescenza, età adulta giovanile con lavoro e
famiglia, età della maturità e dell'anzianità.)
Il piano A dà attenzione alla
concatenazione di eventi e risposte e mette in evidenza nel tempo il tipo di
risposta preferito ovvero la formazione di uno stile di risposta personale.
Gli eventi da prendere in
considerazione sono di tre
tipi:
·
eventi indesiderati tra cui le perdite di tipo affettivo o
economico; le malattie, e tutti quegli eventi in sè minacciosi e non
controllabili;
·
eventi legati ai
cambiamenti delle tappe di sviluppo biologico e sociale
·
eventi di cambiamento
che riguardano ambiti diversi della vita quotidiana come i cambiamenti di casa, di scuola, di lavoro, ecc .
Le
risposte sono analizzate in base a:
§
contenuto generale
rappresentato in modo diadico da un "evitamento" o da un "fronteggiamento"
dell'evento;
§
motivazione definita
anche qui da due indicatori diadici, e cioè dalla rappresentazione di un
interesse personale (scelta percepita come libera) o dalla rappresentazione
di un interesse altrui (definita in questo caso dalla percezione di
doverosità).
Raccomandazione di genere
Lo sviluppo di un
individuo deve poter essere coniugato secondo il genere, sia da un punto
di vista biologico, mettendo a confronto le varie tappe, sia da un punto
di vista sociale. L'obiettivo è riuscire a dare un peso ponderato agli
eventi in relazione ai modelli sociali generali e a quelli relativi al
genere diffusi nel proprio gruppo di riferimento.
Sul piano della parità e
della equità è importante che non siano accantonati o sottovalutati
fattori di rischio o di protezione nell'un genere o nell'altro, valutati
sempre tendendo ben presente ed in connessione le relative differenze
storico-sociali.
Ad esempio la nascita di un nuovo figlio, che va preso in
esame sia per gli uomini che per le donne, potrà costituire un fattore di
rischio solo per le donne, se nella coppia il lavoro familiare e l'accudimento
non sono divisi equamente tra
i membri della coppia.
Gli eventi, collocati su un asse
spazio-temporale in modo da costituire una sequenza storicamente significativa, sono analizzati all'interno di
predefiniti lassi di tempo (1-5 anni) tendenzialmente coincidenti con le
tappe dello sviluppo bio-psico-sociale dell'individuo.
Gli eventi saranno collocati in
queste aree temporali così aggregate:
-
prima e seconda infanzia
( da 0 a 9 anni) corrispondente ai primi anni di vita ed al primo ciclo di
scuola:
-
prea-dolescenza ed
adolescenza; dai 10 ai 19 anni, corrispondente allo sviluppo dell'identità
sessuale, alla formazione scolastica, alla progettazione di sè,
all'orientamento lavorativo ed affettivo-relazionale,
-
post-adolescenza
corrispondente all'addestramento ed alla scelta professionale - lavorativa,
al primo inserimento sociale autonomo, alle prime esperienze di separazione
dal nucleo.
Raccomandazione di genere
Fino a che il servizio militare sarà svolto obbligatoriamente dai
soli maschi è importante inserire questo evento nell'analisi del disagio
maschile come dato da analizzare nelle dinamiche di separazione.
-
l'età adulta giovanile
corrispondente alla realizzazione di autonomie affettive e lavorative
rispetto al nucleo di origine;
-
l'età della maturità e
realizzazione personale nel campo affettivo-familiare e nel campo
lavorativo;
-
l'età del
pensionamento, del cambiamento biologico e sessuale (andropausa e
menopausa), l'età dei figli grandi e dei loro problemi di svincolo dal
nucleo;
-
l'età anziana della
involuzione psico-fisica, dei bilanci e di eventuali e nuove solitudini.
Ciascuna di queste tappe comporta
una pressione (stress)[1] che deriva da cambiamenti
esterni ed interni. In ciascuna di queste tappe vi sono rischi specifici di
patologia che vanno affrontati
con dovuti strumenti cognitivi ed emotivi.
Nell'analisi del percorso di
ammalamento, saranno queste tappe, cominciando da quella più vicina
all'evento "malattia", ad essere osservate ed analizzate alla
ricerca di eventi e risposte disfunzionali al benessere della persona.
Raccomandazione di genere
La tematica della dipendenza e dell'autonomia ha nei due generi
sviluppi diversi relativamente ai due ruoli sociali. Queste diverse
modalità devono essere ben individuate per creare i presupposti di un
corretto intervento. Basti qui fare riferimento al ruolo della donna
che è esperta nella cura degli altri ( bisogni degli altri) e poco
esperta nella cura di sè e viceversa l'uomo che più esperto nella cura
di sè (i propri bisogni) e poco esperto nella cura di altri. Questa
diversa competenza culturale comporta modi diversi di vivere e sentirsi
dipendenti.
Il
piano B
È trasversale al piano A e
raccoglie, in rapporto agli eventi e alle escursioni temporali considerate,
le modifiche che si sono sviluppate
in una serie di ambiti della vita quotidiana.
Il piano B
ha come indicatori i
fattori che compongono e definiscono la
condizione di vita:
§
il lavoro inteso come
insieme di attività finalizzata alla produzione per il mercato o per la
famiglia ( comprese le attività riproduttive).Il lavoro va analizzato nei
suoi carichi materiali ma anche nel carico psicologico definito dai livelli
di soddisfazione, valorizzazione e
riconoscimenti che esso comporta.
§
la rete di relazioni
amicali e/o familiari e di supporti, l'insieme di risorse sociali
finalizzate allo scambio della comunicazione, alla condivisione, alla
confidenza, al gioco, al sostegno psicologico e materiale.
§
gli interessi personali:
l'insieme di attività che la persona svolge da sola o in relazione con
altri che non è compresa nella attività lavorativa produttiva o
riproduttiva.
Raccomandazione di genere
Per ambedue i generi gli interessi personali devono avere una chiara
connotazione di azioni, attività svolte senza implicazioni di utilità
per altri; oppure dove l'utilità per altri è un vantaggio secondario che
non pesa nella soddisfazione
personale. Gli interessi personali devono comportare attività così dette
"gratuite" che non sono accompagnate da alcuna percezione di
dover dare o avere riconoscimenti: esse sono attività auto-gratificanti.
§
I progetti personali e
le aspettative rispondono ai modelli acquisiti, ed essi indicano gli investimenti che la persona fa per la propria
realizzazione.
I progetti possono essere ampi e riguardare campi estesi come il
lavoro, la famiglia. Ma all'interno di essi valgono aspettative minori che
vanno prese in considerazione e che riguardano avvenimenti anche minuti
della vita quotidiana ma con forte valore simbolico per la persona. Questo
indicatore è in relazione ovviamente con i modelli di ruolo sociale appresi
ed interiorizzati nel corso della storia personale ed in particolare
strutturati nella fase adolescenziale.
§
La percezione di sè
esplora il versante del giudizio sulle proprie capacità e sulle proprie
risorse e dà la misura delle variazioni della autostima.
Essa comprende:
-
la immagine di sè
rispetto alla diade capacità/incapacità
( punti di forza e debolezza), e rispetto a atteggiamenti significativi
nella relazione con il mondo esterno, quali: aggressività, competitività,
attività, sicurezza, assertività, espressività.
-
la stima di sè, ovvero
quantum del valore che la persona si auto-attribuisce in relazione con il
quantum penso di valore nella dimensione del per sè ( autonomia).
-
Il giudizio degli altri
esplora il versante esterno della immagine personale; esso quindi dà la
misura di quanto e come la persona è percepita nel mondo esterno sia
familiare che extra-familiare e
del valore che le è attribuito socialmente.
Esso è analizzato attraverso i giudizi espressi e verbalizzati ed
i comportamenti di valorizzazione o svalorizzazione messi in atto nei
confronti della persona.
Raccomandazione
di genere
Per ambedue i generi è da valutare l'impatto dei giudizi esterni nei
due ambiti familiare ed extrafamiliare, salvo poi definire un campo di
maggiore rischio o di maggior protezione
per l'uno o per l'altro genere.
§
Il malessere e la
stanchezza sono indicatori che misurano la presenza di situazioni soggettive
di stress psico-fisico e di condizioni di vita a rischio di break-down.
Particolare attenzione è da porre al vissuto di stanchezza che costituisce
un accreditato precursore di patologie sia fisiche che psichiche.
Raccomandazione di genere
La stanchezza, il malessere non
devono essere definiti solo in rapporto a carichi di lavoro e
responsabilità ma anche in rapporto alle gratificazioni che ne derivano.
La stanchezza deve essere presa in considerazione come esito di attività
lavorative sia nel campo del lavoro produttivo che in quello riproduttivo.
Il malessere può anche dare vita a formazioni sintomatiche non
portate all'attenzione del tecnico per due condizioni:
-
perchè ha carattere di
non gravità soggettiva e sporadicità
-
perchè considerato e
vissuto come controllabile e gestibile.
Queste formazioni sintomatiche, come abbiamo visto nell'analisi del
sintomo costituiscono segnali importanti che indicano eventi accadimenti,
fasi nelle quali si sono evidenziate dinamiche o risposte disfunzionali al benessere personale.
Il
piano C
Gli accadimenti ed i fatti della
vita quotidiana saranno attraversati anche dall'analisi dinamica della
relazione tra i principali attori: la persona e le figure di riferimento del
suo contesto di vita.
In ciascuna di queste tappe i
cambiamenti nell'organizzazione della vita quotidiana relativa alle aree
individuate nel piano B saranno analizzati alla luce:
-
delle dinamiche
interpersonali caratterizzate dai dislivelli di potere (relativi ad età,
genere, cultura, ecc.);
-
delle dinamiche inter ed
intra-personali attraversate dalla polarità autonomia-dipendenza.
Queste dinamiche hanno un ruolo
importante nell'indirizzare il cambiamento in una direzione che può rivelarsi non alleata alle esigenze di benessere
della persona.
Raccomandazione di genere
La dinamica uomo-donna non
può prescindere dall'analisi dei ruoli di potere, socialmente codificati
che rappresentano la donna come bisognosa di protezione. Nell'analisi
della relazione uomo-donna, il tecnico deve sempre presupporre, come
ulteriore chiave di comprensione dei rapporti produttori di malessere, la
sussistenza di un reale dislivello di potere. Quest'ultimo
deriva sì dal sociale ma si
riverbera poi nelle relazioni affettive e familiari indirizzando la donna
a privilegiare più
spesso i comportamenti di dipendenza.
La dinamica autonomia - dipendenza
costituisce comunque, al di là delle la dinamica base dello sviluppo umano,
tipicamente presente nell'età adolescenziale e riferita al rapporto
transgenerazionale.[2]
Questa dinamica in sè non è quindi
patologica ma è fondamentale per comprendere il piano motivazionale ovvero
il "perchè" le situazioni vanno in crisi e generano disagio
psichico.
Nel piano C ogni fatto, evento
passato è letto come " accadimento" (mentre accade) ovvero
recuperando non solo il dato finale ( il come sono andate le cose)
ma anche la memoria della sua dinamica di formazione.
Ogni
evento umano si produce storicamente nell'incontro/scontro tra posizioni
diversi ( la collocazione di ciascuna persona nel mondo rispetto appunto a
cultura, età, genere, economia) e tra interessi contrapposti (gli scopi
delle persone relativi ai loro sistemi di bisogni).
Obiettivo di quest'analisi è
l'individuazione dei punti di squilibrio della dinamica relazionale :
-
oggettivi, ovvero
relativi alla diversa distribuzione del potere e delle risorse e alle
dinamiche di dipendenza che ciò comporta;
-
soggettivi, ovvero
relativi alla percezione di una propria personale incapacità all'autonomia
e all' indipendenza.
La dinamica potere-non potere e
quella correlata autonomia - dipendenza hanno così due punti diversi di
sofferenza individuale derivati da :
¨
il sentirsi non padrone
delle proprie scelte, riconoscendo in questo uno stato di dipendenza esterno
alla proprie caratteristiche individuali;
¨
il ritenere che il non
essere autonomi dipenda da una propria responsabilità soggettiva e da un
proprio bisogno di dipendenza.
Questo secondo atteggiamento
dell'imputare a se stesso la condizione di bisognosità
e d' incapacità all'autonomia procura sofferenza e percezione di
malattia ovviamente solo se la condizione di dipendenza risulterà ad un
certo punto oppressiva e limitativa per lo sviluppo personale ovvero solo se
sarà accompagnata da una percezione di insostenibilità.
La dipendenza patologica [3](
opposta a quella fisiologica che è compresa nello sviluppo della persona),
analizzata nelle situazioni di malessere, rinvia ad una dinamica
"truccata" in cui la persona non ha più bisogno di esperire
rapporti di dipendenza ( avendo già ottenuto un potenziamento di capacità
e risorse) ma viene surrettiziamente bloccata
verso la strada dell'autonomia.
Questo succede in generale quando la
persona con più potere sperimenta i vantaggi di una relazione asimmetrica,
e soprattutto quando attraverso una tale relazione sbilanciata acquisisce la
disponibilità delle risorse altrui senza pagare alcun prezzo di scambio.
In sintesi, il piano C punta a
individuare e a cogliere, attraverso i modelli psico-sociali
e le relazioni di potere, gli eventi e gli accadimenti quotidiani che
si presentano come punti di squilibrio del sistema autonomia-dipendenza, e
che inducono la percezione di una intolleranza/ sofferenza alla dipendenza
ed una percezione di incapacità all'autonomia.
L'uso della
" Griglia del percorso di ammalamento"
Così definiti la tessitura e
l'intreccio dei piani e degli elementi che compongono i vari piani, passiamo
a valutarne l'uso.
La tessitura del percorso richiede
più incontri ed una sequenza procedurale che può dare maggiore efficacia
alla ricognizione di tutti
quegli elementi che compongono il malessere.
I 4 Steps del Percorso
di ammalamento.
Step n. 1
Riguarda una estensione temporale di
circa 3 mesi, i 3 mesi antecedenti all'emersione del sintomo così come lo
abbiamo definito in base alla percezione del paziente.
E' importante individuare il
cosiddetto "evento -goccia", un evento in sè probabilmente banale
ma critico, nel senso che è di peso sufficiente per squilibrare un sistema.
Se questo evento è un elemento
goccia è importante valutare il lasso precedente di tempo da 6 mesi a d un
anno per individuare quel cambiamento più sostanziale e complessivo insorto
nella organizzazione di vita della persona tale da rendere plausibile che un
singolo e/o piccolo evento ( l'ultimo in ordine di tempo) sia in grado di produrre
la rottura dell'equilibrio.
Questi tre mesi sono anche
fondamentali per il cambiamento di prospettiva della persona: dal punto di
vista della capacità di controllo e dell'autonomia al punto di vista del
non controllo e della dipendenza dagli altri. (il non controllo del sintomo
comporta sempre l'emergere di un bisogno di
dipendenza da altri come surrogato del sistema di sicurezza).
Step n. 2
è caratterizzato dall'analisi
dell'anno vi vita precedente all'insorgenza del sintomo e della richiesta di
aiuto.
L'analisi dell'anno precedente tende
a porre in evidenza un evento
più corposo o più eventi che hanno inciso nella organizzazione della vita
della persona. In questo ambito più ampio sarà possibile individuare un
insieme di cambiamenti in relazione alle varie
aree di vita ( lavoro, interessi e progetti, supporti e rete
relazionale, percezione di sè e degli altri) tale da comporre un quadro di
sovraccarico materiale o psicologico, una restrizione di aree di supporto,
una riduzione della stima di sè, ed un restringimento della progettualità
e delle aspettative ad un minimum di una unica aspettativa ( quella che poi
l'evento goccia va a colpire nell'ultima fase prima dell'emergere del
sintomo e della richiesta di aiuto).
Step n. 3
Questa fase
rinvia ad un'analisi ancora precedente che abbraccia periodi che
vanno da 5 anni in su. Ciascun periodo sarà affrontato sulla scorta della
rappresentatività di una tappa di vita o sulla scorta di altri eventi[4]
individuati come induttori di cambiamento.
In questa ricerca di periodi
significativi per l'instaurarsi di stili di vita e di risposta agli eventi
poco funzionali al proprio benessere ( stili a rischio di disagio psichico)
un aiuto è fornito dalla
individuazione di comportamenti pre-sintomatici. Questi comportamenti
attingibili dalla storia della persona come altri momenti di malessere
(anche non portato all'attenzione del tecnico, ma risolto in proprio),
possono indirizzare l'operatore ad un'analisi più dettagliata di una
organizzazione del quotidiano e di tipologie di relazioni oppressive e
dependenziali importanti per individuare lo sviluppo di fattori di rischio
precursori della situazione attuale.
Tutto quello che si raccoglie come
momenti di malessere anche non codificati possono aiutare a svelare
situazioni tipiche e ricorrenti in cui si trova ad agire e vivere la persona
e da cui la persona può aver tratto erronee ( ovvero poco funzionali a sè
ed al proprio benessere) stili
e abitudini
di vita.
Step n. 4
La tappa ultima, in questa sequenza
"a ritroso nel tempo" è quella dell'adolescenza.
Raccomandazione di genere
I processi educativi ed i
modelli di ruolo hanno in questa tappa la loro massima incidenza. La
differenza dei percorsi del malessere nei maschi e nelle femmine comincia
in questa tappa, e la prima differenza è dato dall'aspetto quantitativo
del problema: le ragazze hanno più probabilità di ammalarsi dei
coetanei, e tale maggiore probabilità le accompagnerà fino all'età
anziana quando le probabilità di ammalarsi per donne ed uomini ritornano
in parità.
Questa tappa viene analizzata come
luogo della prima strutturazione degli stili di risposta personali, ma anche
dell'assunzione di modelli e di progetti di realizzazione personale.
L'analisi di come era
organizzata la vita dell'adolescente in relazione alla vita familiare
ed a quella dei genitori, nonchè i vissuti e le percezioni di quella vita e
di quei modelli, può illuminare nell'attualità modalità e stili di
risposta preferiti dalla persona.
Se questa tappa è stata
attraversata con sofferenza psicologica lascia una ipoteca per il futuro.
Questa ipoteca è una posizione debitoria in cui la persona nella sua
progettualità si assume un mandato da rispettare: il mandato di raggiungere
determinati obiettivi e non altri e di realizzare quelle aspettative e mai
altre, anche e/o soprattutto per
conto di chi ( un genitore) non
è stato in grado di farlo.
L'ipoteca dell'adolescente che grava
sul futuro e che costituirà un tipico fattore di rischio è quindi la
mancanza di libertà nel progettarsi e nel realizzarsi in una dimensione
assolutamente personale tenendo conto esclusivamente di proprie capacità,
risorse, desideri.
[1] La teoria dello stress costituisce un approccio teorico-pratico fondamentale alla comprensione dei fattori di rischio psico-sociali per la patologia psichica. Essa dà un contributo importante alla impostazione di strumenti storico-dinamici di osservazione ed intervento sulla patologia psichica.
[2] LA
RELAZIONE E L'AUTONOMIA due condizioni indispensabili allo sviluppo
della personalità: tratto dall'intervento di E. Reale al Convegno
"il trattamento integrato"
La relazione come processo primario |
|
L'autonomia come processo secondario |
ò ò
veicola l'esperienza della specie umana e crea le basi dell'apprendimento dei comportamenti e dei funzionamenti psichici specifici dell'uomo ò |
|
definisce l'esperienza individuale attraverso la organizzazione di un sistema di confine io-tu. L'emergere del punto di vista autoriferito: ciò che permane nel cambiamento. ò |
vicinanza, eteronomia, comunicazione intersoggettiva, connessione apprendimento filogenetico, trasmissione dell'esperienza, fondamento dell'identità sociale |
|
separazione, autonomia, comunicazione intrasoggettiva, delimitazione apprendimento ontogenetico, formazione della coscienza, fondamento dell'identità personale |
[3] La dipendenza fisiologica ha caratteristiche positive che si inseriscono nello sviluppo dell'autonomia personale, la dipendenza patologica segnala invece il mantenimento di una persona in una posizione di dipendenza al di là di quelle che sono le sue giuste esigenze di protezione e di mediazione con il mondo. La dipendenza fisiologica del bambino deve poter man mano lasciare il posto ad una organizzazione di progressive autonomie. Altre dipendenze fisiologiche sono relative anche nella vita degli adulti solo se viene intesa come processi di interdipendenza e di supporto reciproco o di scambio di competenze in una cornice di riconosciuta parità di contenuti da scambiare.
[4] Gli eventi da individuare sono sia eventi incontrollabili tra cui tipici quelli di perdita affettiva, economica,ecc.; sia cambiamenti legati allo sviluppo biologico, sia quelli legati alla normale gestione della vita quotidiana, come cambiamenti di residenza, di lavoro, ecc.