Martedi, 11 Novembre, 2003
alle ore 22:01:08
Domenica, 30 Novembre,
2003 alle ore 16:53:33
Martedi, 2 Dicembre,
2003 alle ore 02:22:04
14 Dicembre, 2003 alle
ore 02:16:0
Lunedì, 8 dicembre 2003,
ore 12
Mercoledì, 7 gennaio
2004 alle ore 12,05
Lunedi, 12 Gennaio, 2004
alle ore 18:53:01
Giovedi, 26 Febbraio,
2004 alle ore 10:38:04
17.4.2004 ore 18,30
Martedi, 15 Giugno, 2004 alle ore 09:43
Martedi, 20 Luglio, 2004 alle ore 14:09
Domenica, 1 Agosto, 2004 alle ore 02:05
Venerdi, 20 Agosto, 2004 alle ore 19:15
Lunedì 27 settembre 2004 ore 22.34
Domenica, 12 Dicembre, 2004 alle ore 16:18:36
Giovedi, 13 Gennaio, 2005 alle ore 11:30:05
Giovedi, 10 Febbraio, 2005 alle ore 09:11:12
Domenica, 6 Marzo, 2005 alle ore 21:15:26
Mercoledi, 25 Maggio, 2005 alle ore 14:38:33
Sabato, 13 Agosto, 2005 alle ore 13:12
Mercoledì 17 Agosto 2005 alle ore 13:32
Domenica, 18 Settembre,
2005 alle ore 22:39:14
Mercoledi, 12 Ottobre,
2005 alle ore 19:10:18
Giovedi, 10 Novembre, 2005 alle ore 09:16:39
Domenica, 16 Aprile
2006 alle ore 12.29
Martedi, 7 Luglio, 2009 alle ore 00:02:38
|
nome: E.
dati: Scrivo per esprimere la mia solidarietà a tutte le donne che vivono
o hanno vissuto momenti di difficili rapporti con il mondo e con gli altri.Anche
a me è accaduto dovere superare il muro che ti trovi di fronte se la tua
strada è stata all'improvviso interrotta e non provi altro che smarrimento
perdita dell'orientamento e angoscia.La mia strada però mi sono detta è
quella che porto dentro di me..ed ho deciso di continuare a percorre tra
mille difficoltà il mio cammino interiore che ogni donna deve sapere
comprendere e difendere,con l'amore e mai con la forza altrimenti..mi
chiedo come fare a dire:siamo noi l'altra metà del cielo..se esso non è
limpido e sereno.
un saluto a chi potrà leggere e capire,con affetto E.
nome: E.
dati: Ciao...sono E. e scrivo dal salone di casa mia che è una
stanza vuota e buia come sono vuoti i miei giorni...stò scrivendo con gli
occhi gonfi di lacrime perche ho letto gli elenchi per i fattori di
rischio dei problemi psicologici adolescenziali femminili e sono
inorridita quando scorrendo con gli occhi mi sono resa conto che quello
che leggevo altro non è stata che la mia vita a casa fino a pochi mesi fà...da
quando sono nata ho avuto e assorbito più di tutti il "peso della
famiglia" dai compiti casalinghi alle confidenze dei miei genitori per le
loro preoccupazioni, alle loro furiose liti, ai pianti di mia madre, alla
violenza di mio padre... ho passato tutta la mia vita in casa azzerando i
miei interessi la mia voglia di "conoscermi" e rapportandomi agli altri e
piano piano mi sono dissolta...ho 28 anni e li ho tutti spesi per "le
ragioni di famiglia", risultato, io sono depressa,la mia famiglia non è
cambiata e stò lottando per riprendermi la vita....Non ho amici, il mi
o ragazzo mi ha lasciata perchè sono arrivata ad isolarmi dalla vita
totalmente e quando cmq eravamo insieme io vivevo con lui le peoccupazioni
"della famiglia" che invece il mio tempo con lui...La rovina principale di
tutto è mio padre che io considero la parte tumorata della mia vita! lo
odio con tutta l'anima! fra due mesi lascio questa casa dove ho tentato di
iniziare una nuova vita col mio ragazzo (ex) ma fallita miseramente perchè
ero arrivata a restare tutto il giorno a letto o a casa col pigiama, tutto
questo per uno strano disagio che mi porto dentro che solo ora col tempo e
il pianto ho identificato quale rabbia e dolore per le violenze
psicologiche subite!sono 10 mesi che manco dal lavoro per depressione e se
non faccio subito fondo a tutte le mie forze mi spengerò del tutto...tutt'ora
passo settimane intere chiusa in casa senza sentire o vedere nessuno...quello
che ho letto in questa rubrica però mi ha aperto gli occhi e ha fatto
salire quella sana rabbia che ho dentro e
che mi porterà a fare un passettino avanti. Adesso che essendo sola e con
la riduzione di stipendio non arrivo a sostenere l'affitto dovrò tornare a
casa, la casa delle mie torture....ho paura....angoscia...panico a volte...però
ho anche quel granello di sana rabbia! devo lavorare su quello se voglio
rimanere lucida e non lasciarmi schiacciare di nuovo anche perchè mio
padre ieri sera al telefono mi ha detto "conosci la parabola del figliol
prodigo?" ecco questa è l'umiliazione e la prospettiva d'inferno che mi ha
anticipato....spero di farcela, devo farcela! devo salvare questa ragazza
che è stata una bambina abusata nello spirito e depredata della vita! non
sò chi leggerà questa mia breve pagina di vita spero solo che se in questa
storia qualche donna troverà note di dolore che gli appartengono gli
chiedo anche di rubare un pezzettino di rabbia dal mio granello e di farlo
brillare nel cuore come un faro fortissimo che squarci le tenebre!!
stanotte pregherò di nuovo Dio di assistermi e di lenire l'ansia, la paura
e i miei attacchi di panico durante la mia ripresa di strada...voglio
rivolgermi ora a una possibile donna che come me soffre "tante persone
possono starti intorno e consigliarti ma alla fine appartiene solo a te la
capacità di aiutarti!" e questo lo stò maturando io con 10 mesi
d'isolamento pianti e riflessione...volevo rivolgere un ringraziamento
speciale a chi cura questa rubrica che ritengo di utilità sociale nonchè
uno strumento efficace di solidarietà....E.
nome: I.
dati: la mia storia comincia in un momento preciso: il giorno in cui un
parente anziano é venuto nella stanza dove dormivo a toccarmi il seno per
svegliarmi.
avevo quasi sette anni, mi ricordo ancora la bella luce di quella mattina
e la sensazione mista di piacere, odio, vergonga e disprezzo per quell'uomo,
ma anche di pena. ricordo che provai pena per lui, mi chiesi presto perché
venisse da me a cercare certe cose.
per un poco non dissi nulla, mi ricordo che mia madre disse che dovevo
capire le esigenze affettive di un uomo la cui moglie era morta da poco.
la moglie era mia nonna, persona che adoravo e a cui volevo bene, e non
era morta da poco, ma da piú di un anno.
in realtá mio nonno continuó a fare quello che faceva, cercava di tenermi
in braccio il piú possibile vicino a tutti per far capire che erano
normali attenzioni da nonno a nipote, cercava di accarezzarmi e di
portarmi in giro in macchina sulle sue ginocchia, cercava stimoli erotici
precisi che imparai presto a riconoscere, in breve diffidai di lui, dei
giudizi di mia madre sull'amore e sull'affetto e sulla libertá, e anche
sulla sua capacitá di capire la realtá.
arrivó a portarmi in campagna, dove aveva una casa, e a farmi salire su
una sedia davanti a uno specchio, a strisciare il suo pene sul mio sedere,
ma senza mai spogliarsi, evidentemente associava il proibito solo a un
fatto visivo, non tattile.
io mi ricordo solo una cosa: la sensazione che tutto quello era
assolutamente normale, lo stupore che mio nonno facesse una cosa simile,
il dubbio se dovessi assecondarlo o no, credo che in parte mi volesse
veramente bene e che la sua percezione dei fatti fosse: é solo una
bambina, non se ne accorge e non capisce.
io capivo, arrivai a capire che crescere vuol dire saper dire no.
cominciai a dire no a mia madre quando bisognava vedere i parenti, a non
andare piú da mio nonno.
a nove anni capitó qualcosa di simile con un vecchio che era padrone del
ristorante dove mio cugino faceva la festa della sua prima comunione: mi
si avvicinó con la scusa di farmi vedere una nave di legno, un modellino
di galeone, a cercó di strisciare il pene sul mio sedere, mi fece schifo e
mi allontanai delusa.
di questo secondo episodio ricordo solo la forte vergogna, pensai che ero
io ad avere qualcosa che non andava.
in realtá avevo un seno grande, mi piaceva e mi piace tuttora, molto
parlare, e sorridevo e sorrido tuttora, molto.
iniziai a percepire queste cose come un difetto.
ma cercai di riflettere molto e allontanai tutto questo dicendomi che la
normalitá in certe cose non esiste, e pensando che gli uomini sono
animali, specie da vecchi.
La mia pre-adolescenza passó in modo un pó triste, avevo pochi amici, e
specie quando tutte le mie amiche cominciavano ad avere i fidanzati io non
ne avevo.
ricordo molte attenzioni ma io non cercavo di innamorarmi, pensavo fossero
complete idiozie.
soprattutto avevo solo una forte curiositá fisica: cosa fosse un bacio,
ricordo questa curiositá.
poi niente di speciale, l'adolescenza fu un momento di fulgore: ottimi
voti a scuola, un sacco di amici, attivitá sportiva agonistica, tutto
dimenticato, fino a quando non conobbi un uomo tredici anni piú grande di
me, che mi piaceva soprattutto fisicamente, e che aveva un'amicizia
ambigua con la mia migliore amica.
a una festa io e lui parlammo molto, e in breve cominciammo a vedereci
tutte le sere, avevo 17 anni.
tutti dicevano di trovarmi bene in quel periodo, io mi sentivo bella,
ricevere le sue attenzioni mi inorgogliva perché era desiderato, o almeno
cosí lui mi diceva, da molte donne.
per stare con lui, cosa non gradita ai miei genitori, cominciai a isolarmi
gradualmente da tutti, e in breve passai da frequentare diverse decine di
persone a vedere in semiclandestinitá solo lui e la mia amica, e poche
altre persone, e mai insieme.
i miei diventarono sempre piú invadenti, ma finché c'era la scuola il
tessuto della normalitá era in piedi, il problema arrivó come un gran nodo
al pettine dell'esame di maturitá.
un professore mi si avvicinó e cominció a fare osservazioni pesanti sul
mio seno, battute volgari e a guardarmi con insistenza proprio lí. io ebbi
il coraggio di cacciarlo, ma mi sentii molto abbandonata dai miei amici,
che pur sentendo non fecero niente, mi sembrava che fossero tutti pupazzi
dietro ai tavoli. adesso non c'era mio nonno, non ero sola, perché
risuccedeva?
perché a nessuno questa cosa non appariva fuori dall'accettabile? ero
pazza io?
andai anche a parlare con un avvocato, ma mi consiglió di lasciar perdere
denunce perché sarebbero ricadute su di me, la strana sarei sembrata io
perché viviamo in una societá maschilista e mi disse che sarei sembrata
per sempre a tutti una gran rompiscatole se reagivo male a questa cosa.
comunque regolai i conti con lui all'esame orale, quando cercó di
speventarmi chiedendomi cose fuori programma e gli risposi in modo
brillante. ricordo ancora i complimenti di tutti i presenti alla prova per
il bell'esame.
nel frattempo la mia relazione con p. continuava, i miei erano sempre piú
irritati, io ero andata a studiare a milano e loro pretesero che stessi
dalle suore, pessima scelta, visto che non andavo a messa dall'etá di otto
anni.
in breve: non riuscii e non volli farmi amici, credevo che davanti a
interessi piú grandi se ne sarebbero infischiati di me, come era successo
agli esami di maturitá, io ero sempre piú triste, all'universitá non mi
inserii per niente, avevo crisi di pianto continue e sebbene l'universitá
mi piacesse molto, non rendevo niente.
p. voleva che passassi tempo con lui e odiava le suore perché non potevamo
stare insieme quando veniva a trovarmi, e io odiavo mia madre e mio padre
che si scandalizzavano di questa relazione mentre non mi avevano difesa né
da mio nonno, né da un professore idiota, e mi avevano giá fatto lasciare
un altro fidanzato perché aveva il diabete e a loro pareva una brutta
cosa. credo di essermi buttata in quella relazione piú per fare un
dispetto a loro, ero in fondo contenta che a loro non piacesse, e il fatto
che mi nascondessi tanto dimostrava che non piaceva molto neanche a me, a
parte fisicamente.
e mi vergognavo anche di ammetterlo.
mi depressi al punto da rinchiudermi al buio nella mia stanza e non uscire
mai, piangevo tutto il giorno e non riuscivo ad avere la forza di alzarmi
la mattina.
la mie amiche del collegio cercarono di aiutarmi, io in parte reagivo
cecando di non mancare a lezione, ma l'unica cosa che mi faceva stare bene
era studiare e vedere film.
in piú non volevo assolutamente essere giudicata da nessun professore, gli
animali non capiscono, mi dicevo.
inutile dire che il mio primo anno all'universitá fu un totale fallimento,
ad aprile, quando milano iniziava ad essere bellissima, in un ultimo
giorno di pioggia firmai la rinuncia agli studi tra le lacrime, mi
ricordo che in segreteria mi chiesero piú volte se ne fossi veramente
convinta, dissi di si e uscii, mi ricordo che me ne pentii appena varcata
la soglia dell'ufficio, al vedere i miei colleghi che mi chiesero di
andare a prendere un caffé.
tornata a casa andai in giro in bicicletta fio a settembre, i miei mi
portarono da uno psicologo, ma io ricordo la ferma convinzione che dello
psicologo avevano bisogno loro, semmai.
nel frattempo troncai la mia relazione con p. e la mia amica e lui avevano
litigato con mia madre mentre io non c'ero. mi sentii privata di una parte
intima di me stessa ancora una volta, perché avevano parlato tra loro, e
non con me?
si erano convinti che la mia indecisione nella relazione era dovuta ai
miei, invece era solo mia, e non ero stata capace di farglielo capire.
in breve avevo persto tutto: amici, amore o la cosa piú simile che avessi
trovato, fiducia dei genitori.
mi reiscrissi alla stessa facoltá nella mia cittá, e frequentai un
seminario di cinema dove conobbi il mio attuale ragazzo.
adesso sono in un momento difficile, ho 27 anni, non ho ancora finito l'universitá,
anche se ho una media alta e molti professori mi stimano vorrei lasciare
tutto di nuovo, fidanzato, scuola, genitori, amici non ne ho quasi, questo
é l'unico segno che non sono riuscita a cancellare della crisi
adolescenziale, e sinceramente ho proprio paura di infilarmi in una brutta
crisi depressiva simile a quella di quasi 10 anni fa.
c'é da dire che il mio attuale ragazzo piace molto ai miei genitori, a me
é molto simpatico, ma da un pó di tempo a questa parte comincio a provare
attrazione fisica per altri in un modo intenso che non mi era mai
capitato prima, e mi accorgo anche di saper gestire questa capacitá di
attrazione, cosa che prima non ero in grado di fare, e mi sento in debito
con lui che mi coccola, ma mi iper-protegge. lui sa tutto questo che ho
raccontato a voi e non voglio fare sciocchezze.
vi chiedo un consiglio: come posso fare a evitare sciochezza e scelte
brusche, devo seguire l'istinto e lasciarlo o piúttosto essere piú
prudente, sfruttare la mia situazione comoda e vedere che succede?
lo so che é una domanda stupida, voi non siete me, ma almeno potreste
aiutarmi a togliere un po' di strati e a valutare i fattori piú
importanti, non vorrei basare la mia vita su una fila di catene di odio,
che fino ad ora sono riuscita quasi sempre a spezzare in tempo.
grazie
nome: B.
dati: Sono pensionata ,per totale inabilità lavorativa, da un anno vorrei
occupare,gratuitamente,il molto tempo a mia disposizione facendo delle
ricerche storiche o di altro tipo(da sempre mi sono documentata sul Medio
Evo inglese e francese)
A chi mi devo rivolgere o chi può darmi indicazione per svolgere
ciò,permettendomi così di non isolarmi ulteriormente e di reagire alla
depressione che paralizza ogni momento della mia vita
nome: D.
All'improvviso
mi sono resa conto che mio figlio, 18 anni compiuti a settembre è un
adulto e non più il mio bambino, ed io sto male, terribilmente male.
Il mio
matrimonio è andato male fin dall'inizio, ma ho scelto di non separarmi
per non dover dividere mio figlio e non separarmi mai da lui, e perchè
potesse avere la sua famiglia unita. Ma io dedicato la mia vita soltanto
a lui e poi sono molto sempre stata molto coccolona, anche con mia
mamma: era bellissimo il sabato, la nebbia, il natale, le vacanze,
tornare a casa dal lavoro e cucinare tante cose buone per lui, guardare
insieme i film per bambini sotto le coperte, accarezzarlo, coccolarlo ,
giocare con lui. Contemporaneamente lo immaginavo grande l'università,
le ragazzine, gli amici e mi sentivo orgogliosa e felice della sua
felicità.
Da settembre, ha
cominciare ad uscire il sabato, e durante le vacanze di natale è sempre
stato con gli amici:insomma tutto perfettamente normale, ma io ho
compreso che gli anni più belli della mia vita se ne sono andati per
sempre, non avrò mai più il mio piccolo e non sarò mai più il centro
della sua vita, mentre lui lo sarà sempre per me. A capodanno è stato
via tre giorni e per me la sua stanza vuota era un pugno nello stomaco.
Piango giorno e notte, vivo ogni momento insime a lui come se fosse
l'ultimo, non riesco nemmeno più a sgridarlo se non studia (deve fare la
maturità scientifica a giugno), continuo a ripensare a tutta la mia vita
con lui e a tutte le volte che l'ho sgridato inutilmente. Sono
disperata, aiutatemi, mi rendo conto che non posso andare avanti così,
ma non so a cosa aggrapparmi per uscire da questa situazione
Nome: F.
Questa, in
breve, la mia storia.
Ho 49 anni.
Sposata nel ..., separata nel .... Violenze fisiche, e soprattutto
psicologiche, All'epoca della separazione, il mio Legale mi
consigliò una Consensuale, date le gravi condizioni psicologiche in cui
ci trovavamo sia io che i miei figli, nonostante egli ritenesse ci
fossero tutti i presupposti per chiedere ed ottenere una Giudiziale.
Ora, visto che
in sede di divorzio si rimette in discussione tutto, vorrei far venire
fuori tutta la verità, magari confortata da molteplici testimonianze di
parenti, amici, vicini di casa, colleghi, dalle relazioni delle tre
psicoterapeute che hanno seguito me ed i miei figli, e dello psichiatra
dal quale sono tutt'ora in cura, in modo che "quel mostro" paghi in toto
i danni materiali e morali. Mio figlio, che ora ha .20 anni, e che
all'epoca aveva preferito che la sua psicoterapeuta si attenesse al
segreto professionale nella relazione, da lei redatta, che avevo dovuto
allegare agli atti del decreto ingiuntivo per far sì che "il mostro" mi
corrispondesse la quota, a lui spettante, relativa alle spese, da me
interamente sostenute, per la psicoterapia dei ragazzi, ora mi ha detto
che intende autorizzare la psicoterapeuta a scrivere le reali condizioni
(gravissime) in cui lo aveva trovato.
Intendo fare
tutto il possibile in quanto credo di doverlo innanzitutto ai miei
figli. Conservo ancora le loro lettere dove mi dicevano di vergognarsi
di averlo come padre, di non sopportare che se la prendesse sempre con
me, anche quando io non c'entravo nulla, e che a quel punto avrebbero
preferito soffrire al momento del distacco, per poi poter iniziare a
vivere serenamente come tanti loro coetanei.
Non reagendo e
non denunciandolo quando avrei potuto, e dovuto, farlo, mi sono resa, in
un certo senso, sua complice - anche se allora non ne ero consapevole.
E' stato necessario uscire dal sottile condizionamento psicologico per
capire, improvvisamente, quello che era accaduto!
Un dovere nei
confronti dei miei figli, dunque, ma penso che riuscirci, o quanto meno
tentare, si rivelerebbe molto utile anche per me... forse addirittura
più di tutti gli psicofarmaci che ho preso in questi anni, e che ancora
non posso diminuire.
Spero tanto di
ricevere presto una Vostra risposta.
Cordialmente Vi
ringrazio fin d'ora.
nome: L.
dati: Ciao mi chiamo L... ho 22 anni, la mia storia è questa:
ero l'orgoglio di mamma e papà bravissima a scuola, simpatica, socievole
intelligente,responsabile e determinata nelle scelte,poi:
a 19 anni problemi di anoressia,bulimia e depressione superati con l'aiuto
di una psichiatra pubblica
a21 università interrotta per problemi di depressione superati in breve
con l'aiuto di un esoso psichiatra privato
a 23 cioè ora quando tutto andava di nuovo bene e gli studi universitari
procedevano regolarmente e con successo ho conosciuto un ragazzo lo amo
molto perchè scrive poesie,è laureato e lavora,lo amo soprattutto perchè è
sensibile e io sento l'esigenza di essere compresa con un carattere così
difficile. Appena conosciuti non mi piaceva fisicamente però mi ha subito
conquistato la sua sensibilità.Da quando stiamo insieme vivo per lui,ma
perchè se lo amo sono caduta in depressione? :dimagrimento,pianto
continuo,insonnia,voglia di morire,di nuovo studi interrotti con mio
grande senso di fallimento.
La mia domanda è :sono una ragazza intelligente e capace però soffro ogni
tanto di disturbi psichici, posso guarire?C'è una soluzione a questi
problemi?
nome: M.
dati: è cominciato tutto quando avevo 18 anni,finì 1 semplice relazione ma
cominciai ad avere il primo sintomo di quello che poi sarebbe stato
l'incubo di tutta la mia vita.NON IUSCIVO A RESPIRARE BENE,conati di
vomito,battito cardiaco accellerato,le mani che si irrigidivano e si
contorcevano.Dopo qualche anno e altre delusioni di coppia sono approdata
da 1 psicologo il quale mi prescrisse lo psicofarmaco"minias",non l'ho più
abbandonato.Questo mi ha provocato danni relazionali,ha limitato la mia
libertà di movimento,alla fine è come se mi fossi sdoppiata,una parte di
me ha voglia di fare tantissime cose,l'altra oarte,è chiusa in una gabbia
ed ha paura che facendo quelle cose mi posso sentire male.Stranamente
quando coraggiosamente,(ma sempre con le mie goccie in borsa)decisi di
sfidare me stessa,sono partita per new york con 1 mia amica che da anni
vive li e mi avrebbe ospitata,i primi tempi più o meno non cambiò nulla
poi ho conosciuto il mio attuale compagno e andammo a vivere assieme.Per 4
bellissimi anni non sapevo più cosa erano quei malesseri,ogni cosa che
azzardavo e ci riuscivo era 1 meraviglia per me,cose semplicissime per gli
altri,finalmente mi sentvo libera,mi sentivo leggera,prendevo la
metropolitana(40 minuti)per arrivare in città e non mi sentivo male,ho
frequentato una scuola professionale ho superato un esame in inglese senza
che avessi 1 palpitazione!!!!Tornata in Italia,ho avuto 2 bambine,desideratissime,nel
giro di 22 mesi,ad un tratto l'incubo è tornato,ho quasi 40 anni e mi
sento sconfitta,guardo negli occhi delle mie bambine e mi sento una madre
non all'altezza,vorrei portarle in tanti posti,delle volte mi sento
insicura anche quando le porto in palestra vicino casa,il mio pensiero
fisso:e se mi sento male?Così cerco spesso,di farmi accompagnare da mio
padre,mia madre o un altro familiare,ho quasi sempre 1 sesazione di
disagio,questo mi frustra molto perchè sono 1 persona estroversa e
sociecole,l'anno scorso lo psicologo mi ha detto che e
ro leggermente depressa,piangevo continuamente senza motivo,mi ha
prescritto le xerosat(non ricordo come si scrive)ho migliorato ora piango
in maniera normale,le sedute per una terapia sono troppo lunghe e poi dopo
20 anni,trining autogeno,sedute,non ne ho più voglia,volevo provare con
l'ipnosi,ma a ........ non è cosa facile e così,navigando ,ho trovato
voi........
Nome: D.
Mi chiamo D. sono di
....... e ho 24 anni. E' da un pò di tempo che penso di rivolgermi a
qualcuno che mi aiuti, ma mentre mi sono quasi convinta finisco per
cambiare idea nuovamente.. penso forse che non sia il caso.. Ma se non è
il caso allora perchè soffro terribilmente di solitudine?
Eppure non sono sola..
attualmente sto insieme ad una persona stupenda, ho una famiglia che mi
ama e rispetta, per fortuna lavoro, realtà difficile in questa città.
Questa città è difficile da vivere.. molte volte mi sento incompresa.. non
mi sento libera come vorrei in questa città.. piena di ostacoli e popolata
da persone molte volte ingiuste..
Sono consapevole del fatto che dentro di me ci sono tante paure.. la piu'
grande è quella di rimanere da sola. Faccio presente che diverse volte
sono stata piantata in asso da alcuni personaggi che hanno movimentato la
mia "giovane" vita. Il mio ragazzo ( stiamo insieme da 8 mesi ) soffre
anche lui per via della nostra città.. è una persona molto sensibile,
quanto me. Abbiamo un bel rapporto, anche se siamo all'inizio, spero tanto
che la nostra storia vada avanti.. me lo auguro davvero, ma ciò nonostante
ho sempre paura che se ne vada o che qualcuno me lo porti via..
Al contrario dei miei
coetanei io sto cercando di realizzarmi in campo sentimentale e
lavorativo.. non me ne frega niente ormai di andare a ballare e fare
casino nei locali il sabato sera.. a volte preferisco guardare un film e
stare insieme alle persone che amo.
Non so perchè le sto
scrivendo tutte queste cose.. forse mi risulta piu' semplice dialogare in
questo modo.. forse è uno sfogo personale.. Molte volte, soprattutto
nell'ultimo periodo mi capita di non sapere cosa inventarmi quando sto da
sola.. non so mai che fare.. il fatto è che non vorrei stare mai da sola.
Come adesso.
Per caso lei ha qualche buon consiglio per me..?? Grazie per avermi
ascoltata,
anche se virtualmente.
Nome: L.
Buongiorno a tutte,
è la prima volta che scrivo ad un forum e racconto della mia vita, ma navigando
in internet e cercando di informarmi su disagi e come superare la depressione
ho trovato il vostro sito, a mio avviso, molto vicino alle donne soprattutte
alle neo mamme che si trovano per la prima volta ad affrontare un'esperienza
meravigliosa ma molto impegnativa.
Il mio bambino è nato dieci mesi fa e per tutta la gravidanza, per quanto di
natura un pò ansiosa, ho vissuto insieme a mio marito un periodo alquanto
sereno.
Le cose sono precipitate invece le ultime settimane prima del parto (a metà
agosto) in quanto la depressione mi aveva via via assalito.
Piangevo di frequente, mi assalivano attacchi di ansia ingiustificata, mancanza
di concentrazione e soprattutto non riuscivo più a dormire, tant'è che alla
data del termine di gravidanza, al controllo dal ginecologo mi sono fatta
ricoverare scegliendo un parto cesareo.
Devo dire che la scelta non è stata facile, anche perchè non ho potuto vivere
la nascita di mio figlio insieme a mio marito, e ancora mi sembrava di forzare
le cose e non lasciarle andare naturalmente.
Solo ora dopo alcuni incontri con una psicoterapeuta ho potuto valorizzare la
mia scelta, perchè in quelle condizioni non ero certo in grado di poter reggere
un parto naturale.
La cosa che più mi turbava in quegli ultimi giorni era una profonda "angoscia"
che vedevo sempre più insistente e radicata in me al pensiero del parto in
quanto tale. Mi spiego meglio: "Sentivo di provare un profondo turbamento e/o
angoscia una volta uscito il bimbo, tant'è che non avrei voluto nè vederlo nè
toccarlo. Non era la paura del dolore fisico ma ciò che mi avrebbe lasciato".
Ho e sto lavorando ancora con la psicoterapia su questo ma probabilmente ci
vuole ancora tempo.
Sono riuscita comunque a riprendermi senza far uso di farmaci anche perchè non
volevo rinunciare all'allattamento, ed ora ho iniziato anche a lavorare.
Se mi guardo indietro nella mia vita vedo che ho avuto più di qualche cedimento
ma sono sempre riuscita a riprendermi, forse perchè cercavo di non pensare al
mio male. Ora è venuto il momento di conoscere questo turbamento che sembra
molto profondo e si fa sentire nei momenti più importanti della mia vita.
Forse è la mia natura o forse c'è qualcosa di nascosto! non riesco ancora a
darmi una risposta e vedere oltre quella porta.
Vorrei comunque qualche consiglio in merito.
Con i migliori saluti e ringraziamenti per questo servizio.
Nome: R
Dati: La mia storia: 5 anni e mezzo fa mi sono innamorata di un ragazzo
bellissimo più giovane di me; il rapporto si
sviluppa in una relazione dove lui era geloso in maniera morbosa e per
"accontentarlo" ho lasciato le mie amiche, i miei viaggi e le mie
passioni,
dopo 1 anno e mezzo c'è stata la rottura, io sono caduta in depressione
con
tentato suicidio, ho perso il lavoro e anche parecchi kg (ho smesso
gli
antidepressivi e gli ansiolitici a febbraio di quest'anno).
La dipendenza da lui però non si è ancora risolta, lui ha, da alcuni anni
un'altra donna, ma ci vediamo tutt'ora come amanti, ma con delle
restrizioni
del tipo non mi può coccolare perché lui una ragazza ce l'ha già
(sue testuali parole) facciamo l'amore ma non mi bacia perché altrimenti
si
coinvolgerebbe troppo!!!
Ieri sera ci siamo visti e dopo l'ennesima notte in bianco con i crampi
allo
stomaco, devo trovare una soluzione (la mia psicologa mi dice che devo
innamorarmi di un altro....fosse così facile!) così cercando si Internet
mi
sono ritrovata a leggere le vostre pagine e mi sono riconosciuta in molti
aspetti.
nome: A.
Rimasta da
sola ad affrontare la maternita', non me la sono cavata male dal punto di
vista lavorativo, ma ora mia figlia, che amo piu' della mia vita ha 15
anni, mi odia ed io so che ha buoni motivi per farlo, perche' ogni volta
che faccio fatica a gestirla e che mi manca di rispetto, io reagisco con
una forte violenza verbale, il nostro rapporto che in precedenza sebbene
fra alti e bassi, era fatto di grande complicita' e amore, si sta
sgretolando, ho perso quasi del tutto la sua stima, ma quello che mi fa
davver male e' che non riusciamoa dialogare per piu' di qualche minuto,
senza arrivare allo scontro per motivi stupidi e puerili, soffro e mi
manca tanto il suo affetto, forse baso troppo la mia vita su di lei che
sta crescendo e si dirige a grandi passi verso la sua autonomia, com'e'
giusto che sia.
nome: M.
Sapere che qualcuno ha i tuoi stessi problemi almeno aiuta a non sentirsi
soli, però c'è una parte del mio carattere che non ammette di essere
depressa e anche se è solo presunzione non posso reprimerla,magari sarà
proprio questa che mi fa apparire normale,diciamo. Io leggendo
l'introduzione ho riflettuto e incuriosita ora stò scrivendo: io sono del
.. e nel... ho conosciuto la mia disgrazia che oramai vivo come una storia
che non è accaduta a me e ve la riassumo:dopo sette anni di fidanzamento
con casa quasi ultimata l'uomo che frequentavo ha messo incinta un'altra
ragazza. Ho reagito da manuale facendomi in disparte,anche perchè non è
stato lui a dirmelo ma mio fratello.Da allora non sono più uscita con un
ragazzo per dieci anni. Mi è sembrato normale fino a quando non mi si sono
riaccesi i sensi e ora ho conosciuto un ragazzo;abita a ...km di distanza
e dopo più di un anno che ci sentiamo e vediamo (poco)sento che stò dando
i numeri;comunque piano piano ho ripreso contatto con la realtà. Qualche
volta prendo paura del tempo che è passato,ma siccome l'ho passato
"serenamente",cioè ero felice di stare sola dopo quello che mi era
successo,solo che ora? Ho ...... anni, è come se mi fossi svegliata in un
pianeta che non è il mio e io non sono come mi ricordo,come vorrei
essere,cioè felice,come lo sono stata in modo spensierato. Comunque,la
vita va avanti e poco è già molto,mi accontento,anche se potrei avere di
più. Spero di farcela. Altre cose che potrebbero farmi sentire a disagio
con gli altri sono ;il fatto di avere dei genitori ottantenni (classe
'22,'23)autonomi al 100%,ma vivo con loro quando non vorrei. Per finire
lavoro:vorrei licenziarmi,ma ho paura di non farcela. Sommando, tutto
questo alle volte parto con la fantasia in cose impossibili,forse mi andrà
bene,ma sento che potrei fare meglio,però ho .. e non ho tempo;tutte le
mie amiche hanno figli e sono sposate. Vivo in un mondo tutto mio e mi
isolerò sempre di più. Non sono depressa,ma ho molti motivi per esserlo e
nessuno che mi sia accanto!
Buonasera,
leggendo il materiale pubblicato nel vostro sito mi sono sentita
finalmente compresa... da me stessa, in primis, non piu' cosi' in
difficoltà sul poter esprimere e soprattutto comprendere cosa mi e'
accaduto negli ultimi due anni... per adesso grazie, vi contattero' al
piu' presto per approfondire la mia personale esperienza e valutare un
percorso di maturazione e presa di coscienza al fine di tornare a
sorridere alla vita... a presto. F.
nome: Roberta
dati: Si fa un gran parlare di attacchi di panico
Ma secondo me nessuno può sapere cosa realmente sono se non ha provato
sulla propria pelle questo stato.Io sono stata preda (e lo sono tuttora)
di attacchi di panico, da quando avevo 19-20 anni (ora ne ho 49).Quando mi
è successo la prima volta non ho capito cosa mi stesse realmente
accadendo.e così per molti anni ho convissuto con questo male senza
saperne nulla,ero anche convinta data la mia giovane età e la vita
sregolata che comunque conducevo, fosse il "prezzo" da pagare e che
comunque sarebbe stata una cosa passeggera.Ed invece era solo la prima
avvissaglia della spirale di terrore che mi avrebbe poi avvolta fino a
portarmi ad isolarmi da tutto anche dalla vita stessa.
La paura di morire o che mi potesse accadere chissà quale cosa era sempre
presente,non riuscivo più a vivere la vita con la spensieratezza, la
determinazione,l'idea di invulnerabilità che erano caratteristiche del mio
carattere.Questo mio stare male ha anche influito nei rapporti con l'altro
sesso.più pensavo di stare bene con loro, più stavo male con me
stessa,dagli uomini della mia vita cercavo protezione e sicurezza,pensavo
a loro come a dei padri affettuosi e permissivi che mi lasciavano fare
quello che volevo ma che sarebbero stati pronti ad eserci se avessi avuto
bisogno o mi fossi trovata in seria difficoltà. Gli attacchi di panico si
facevano sempre più frequenti, allora mettevo alla prova chi mi era
accanto
quasi a volerlo inconsciamente allontanare, rendendogli la vita difficile.
Difficile capire cosa mi stesse succedendo per chi mi stava accanto
(d'altronde non lo sapevo nemmeno io) con i miei repentini sbalzi di
umore atti a mascherare quello che invece era il mio malessere.Io che ero
così solare,piena di vita,quella che non si tirava indietro davanti a
nulla e nessuno, ora si negava,aveva paura.era inaccettabile, non mi
riconoscevo.Nel frattempo mi sono sposata e ho avuto una figlia.pensavo di
aver trovato il mio mondo, la mia dimensione,così non è stato,ho sposato
un insensibile e un uomo che ha usato le mie debolezze, le mie insicurezze
per farmi male.ho messo tutta me stessa ogni giorno per dimostrargli che
ero attiva, capace di creare.specialmente quando avevo più bisogno della
sua presenza lui era assente.ho partorito nostra figlia senza di lui, lui
aveva il compleanno della sua amante.nonostante questo non ho voluto
privare mia figlia del padre che io non ho mai conosciuto e così ho
stretto i denti e mi sono dedicata alla piccola, sopportando le sue parole
e cercando di guardarlo come la figura che a mia figlia non doveva
mancare.
È riuscito ad essere geloso della figlia e così ha cominciato a minarmi
anche da quel lato, mi sentivo sola,insicura,ogni notte mi alzavo e stavo
sveglia per controllare il sonno della mia bambina,quando uscivo in
macchina avevo paura che potesse succedermi qualcosa perché lui aveva
toccato la macchina e più di una volta sono rimasta a piedi (ma la sua
parola d'ordine era:
risparmio. Meglio far da se che pagare un meccanico, un idraulico e così
via).
Non contento mi ha "sfidata" in un progetto che con caparbietà sono
riuscita ad avviare (la creazione di un centro ippico con agriturismo).
Non contento ha cominciato a ripetermi tutti i giorni le stesse frasi; non
vali nulla.sei meno di zero.sei pazza- - - -
Una volta mi ha fatto "trovare" una lettera non proprio indirizzata a me
ma dove scriveva di me, ancora mi ricordo un passaggio che scriveva così;
- cosa ha fatto di buono nella vita questa donna, cucina bene, a letto
non è male ma questo può dirsi qualcosa di buono? Ha partorito, ma anche
gli animali partoriscono. -
Queste frasi erano dovute al fatto che io comunque avevo attacchi di
panico e allora pensando fosse stess ho cominciato a fare uso sporadico di
valeriana, senza contare che più di una volta mentre eravamo insieme ho
avuto la sensazione di soffocare e la voglia irrefrenabile di scappare
senza una meta precisa ma l'importante era allontanarmi da li e lui si
incazzava per quello che facevo ( nonostante tutto questo ancora non avevo
capito si trattassero di attacchi di panico) così giorno dopo giorno
cominciai a credere che quello che lui mi ripeteva tutti i giorni fosse la
verità che lui mi stava avvisando di quello che mi stava succedendo.stavo
diventando pazza.
Preso coscienza di questi pensieri mi sono separata non senza dolore e
tribolazioni, perché ha fatto di tutto per rendermi la vita difficile in
tutto.comunque non ho cambiato idea e sono andata fino in fondo.ho trovato
una casa con l'aiuto di una mia amica e sempre con il suo aiuto l'ho
arredata con mobili usati, pensavo di essere fuggita dal mio male e
cominciai a lavorare con la compagnia della mia valeriana.
Pensavo di essere riuscita a sfuggire a quel male ma mi sbagliavo
cominciai a stare male quando ero in macchina.mi bloccavo li per strada
senza riuscire ad andare ne avanti ne indietro..piangevo disperata in
preda alla disperazione e la sensazione era quella di stare per soffocare
e che non sarei più arrivata a casa viva.
Tante, tantissime volte mi è venuta a recuperare la mia amica, ormai avevo
paura anche a rimanere da sola.non uscivo più nemmeno per accompagnare la
mia bambina a scuola, non facevo nemmeno la spesa e così che lei,la mia
amica si fece carico di accompagnare la bambina e fare la spesa per me.
Poi un giorno mi fece un discorso dicendomi che così non potevo continuare
e che quella che conducevo non era vita (io me ne rendevo conto visto che
poco a poco mi ero confinata a vivere in una stanza e anche li non mi
sentivo al sicuro, anche li subivo attacchi di panico,non riuscivo più a
leggere, ne ad ascoltare la radio o guardare la televisione,avevo paura a
fare la spesa,andare in banca o solo aspettare il resto in qualche
negozio, a guidare la macchina, a prendere mezzi pubblici, treni, autobus,
a passare sui ponti, meno che meno prendere l'autostrada nemmeno se ero in
compagnia non riuscivo più a fare nulla se non stare li e sperare di avere
pochi attacchi) mi convinse a prendere appuntamento con una psicologa e fu
lei ad accompagnarmi all'appuntamento.
Fu un disastro,uscii da quello studio che stavo ancora più male e decisi
di non andare più, presi appuntamento con un'altra e un'altra ma sembrava
che nessuno potesse aiutarmi, poi trovai una che sembrava avesse capito
le mie paure e così iniziai una terapia, ma dopo un mese o poco più mi
sentii tradita da lei e abbandonai.
Ero realmente disperata e convinta che non esistesse nessuno in grado di
aiutarmi, pensai più volte di affrontare la mia paura più grande una volta
per tutte e farla finita, mi dicevo; ho tanta paura di morire ogni volta
che se mi tolgo la vita mi libero per sempre da questa paura.
La mia amica continuava ad esortarmi a non mollare a cercare ancora, mi
diceva che sicuramente c'era qualcuno che poteva darmi una mano, così
l'ascoltai di nuovo, ma siccome non conoscevo più nessuno mi misi a
sfogliare le pagine gialle e alla voce Psicoterapeuti lessi un nome e come
lessi le sue specializzazioni mi prese un attacco di panico.
Decisi che era proprio li che dovevo andare, era da lui che dovevo
cominciare ad affrontare le mie paure come una sorta di segno premonitore,
telefonai e trovai la segreteria telefonica, lasciai il mio messaggio e il
numero di telefono.
Lo psicoterapeuta mi richiamò presto e mi disse che aveva sentito il mio
messaggio disperato e mi diede appuntamento.
Iniziai la terapia con lui che fu lenta ma piena di piccole vittorie.feci
3 anni di psicoterapia. mi sentivo rinata fino a che non abbandonai perché
mi sentivo ancora forte, certo ancora con delle cicatrici ma pensavo di
essere in grado di poterle sanare da me, anche perché non me la sentivo
più di approfittare di quello specialista che aveva preso i soldi per il
primo anno e che poi continuò a curarmi senza essere pagato.
Ora sono ancora preda di attacchi di panico, ora li conosco e li
riconosco,faccio uso di Lexotan in questo modo riesco anche a controllarli
. Continuo ad ingrassare e dimagrire per poi reingrassare, alterno fasi di
narcolessia a fasi di insonnia questa non è vita, so che la sto vivendo al
30% delle mie possibilità ma non so davvero come vivere diversamente.
Quando mi prendono gli attacchi devo dire che sono sempre più subdoli, si
mascherano ma io so che ci sono e che tutti i miei malesseri sono dovuti a
quello ma non so come curarmi, quello che ho imparato dal quel
psicoterapeuta lo metto in pratica e riesco a condurre una vita quasi
normale (nel senso che non mi sono più isolata in una stanza) a volte
penso di ritornare da lui ma come faccio, come posso ripresentarmi mi
sento in debito di 2 anni con lui ed è un debito che non potrei mai
sanare.
Ho un compagno che pensavo potesse essere quello giusto ma ogni giorno ho
dubbi al riguardo, è più debole di me e io non ho la forza di sorreggerlo
nei suoi problemi, ci ho provato ma me ne ha fatte passare troppe anche
lui.
Io capisco che sia difficile vivere accanto a qualcuno che sta quasi
sempre male, ma potrebbe esserci senza farci troppo caso.
Io vorrei che lui mi desse il suo aiuto solo nel caso io lo chieda
Mi trovo nella condizione di dover aver paura a dire di aver mal di
stomaco perché lui se la prende, cambia atteggiamento, si isola o peggio
inizia a bere ( e quando beve e una specie di dott jekil e mister hide) Mi
torna alla mente la mia infanzia in compagnia di un patrigno che sapeva di
vino e tabacco, che picchiava mia madre, picchiava anche noi, io cercavo
di imbonirlo perché ero l'unica che riusciva ad avvicinarlo quando era
ubriaco e a volte riuscivo anche a convincerlo ad andare a letto così ci
lasciava stare, questo mio modo di stargli vicino deve averlo interpretato
in modo equivoco visto che una mattina quando in casa eravamo soli me lo
sono ritrovata a letto completamente nudo.disse che era uno scherzo e negò
il fatto che fosse nudo.
Ma questa è un'altra storia.
nome: Lisa
dati: Ciao, mi chiamo Lisa.
In questo momento mi sento proprio in una strada senza uscita.
Ho appena finito una storia di 4 mesi con una persona che non ha avuto
grosso rispetto per me. e questo è successo in un momento in cui mia zia e
mio cugino stanno morendo di tumore e il lavoro non mi dà gratificazioni,
ma solo battoste.
Adesso ho paura di tutto, paura di vivere, di andare avanti, paura di non
farcela più a fare niente. Sono ben 13 giorni che non faccio che piangere
e soffrire e ogni tanto ho paura di poter fare un gesto stupido perchè mi
sento che non sono più sotto controllo.
Ciao Lisa
nome: barbara
dati: sono barbara, ho 15 anni...xò vojo morire...nn ce l'ha faccio più...la
mia vita fa schifo...come me!!!
mi sento inutile. mi sono appena lasciata con il ragazzo che amo, lui mi
ha preso in giro prima mi ha usato e poi mi ha detto che ero troppo
piccola per lui. nella mia famiglia è ancora peggio, fino a qualche mese
fà mio padre picchiava mai madre. lo ha fatto anche davanti a me. io lo
odio, odio tutto e tutti ma soprattutto me stessa. help me!!!a settembre,
cioè quando mi ha lasciato, ho iniziato a credere ke lo avesse fatto solo
xke sono cicciona. sono alta 1.73 e peso 59kg...faccio schifo!!!e x qst
motivo ho iniziato a provocarmi l vomito. non sono malata ma tutti
credono ke sono un caso irrecuperabile.
(oniiscida@yahoo.it)
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nome: rosa
dati: Sono una donna di 6oanni ho un problema grande da 5 anni lavo in
continuazione le mani, se esco guardo dove metto i piedi arrivo a casa e
lavoscarpe giacca vestito tutto insomma, non credo che cio sia normale
sono veramente stanca di tutto aiutatemi, c'e' qualcuno che ha lo stesso
problema mio? scrivetemi, vi ringrazio di cuore.
nome: a.
dati: In realtà nn so nemmeno da che punto cominciare.Sono nel classico
vicolo cieco, mi sento un emarginata, non ho più una vita sociale.Ho 23
anni e non ho più amici, solo conoscenti:in breve mi sento sola.Vivo in un
piccolissimo paese a 45 km da Napoli dominato dalle chiacchere della
gente, e provengo da una famiglia all'antica.Mio padre è una persona che
si crede moderna, ma in realtà è una persona autoritaria.Ho avuto
opportunità di stringere amicizia con varie persone, opportunità fornitemi
dalla scuola, ma non sono riuscita a coltivarle perchè i divieti che mi
imponevano la mia famiglia mi impedivano di frequentarli. Per avere un
poco di libertà sono costretta a mentire su dove vado e cosa faccio.Le
cose sono migliorate un poco andando all'università perchè essendo
pendolare,rimanevo molto tempo fuori a Napoli per studiare e la mi sentivo
libera. Ho incontrato altre persone, altri amici, con cui mi sono trovata
benissimo, però il problema era come frequentarli dopo l'università.Erano
di Napoli e io non potevo andare a Napoli con la mia macchina, anche se ci
andassi, mentendo, dovrei ritirarmi troppo presto(ho una ritirata più o
meno verso l'una) per passare una tranquilla serata. I miei colleghi che
abitano nella mia zona sono fidanzati, e non sono simpatica a loro.
C'è una ragazza che stimo molto all'università,Angela che è una
fuorisede,e anche lei proviene da un piccolo paese della basilicata: mi
trovo molto bene con lei, ma raramente ci siamo potute vedere dopo
l'università, i miei non mi hanno mai permesso di poter dormire a casa
sua.
A 20 ho conosciuto L., che poi è diventato il mio ragazzo. Sono con lui da
3 anni e non l'ho ancora detto ai miei perchè ho paura che sapendolo per
preservare il mio onore mi priverebbero di quella poca libertà che ho.
Avevo degli amici del mio paese, che però ho perso: poiche non posso fare
tardi, hanno trovato degli amici che li portano a ballare, o si sono
fidanzati/e e non mi tengono più in considerazione.Del resto solo con quei
ragazzi potevo uscire perchè mi conoscevano dall'infanzia e sapevano la
mia storia. L'estate scorsa, avevo anche convinto mio padre ad andare a
mare con i miei amici, ma poi loro non hanno più voluto organizzarsi.
Sono andata pochissime volte a ballare, forse non più di 5 volte nella mia
vita.Ho paura di conoscere gente nuova, per via che poi non posso
approfondire l'amicizia perchè se mai uscissimo insieme dovrei costringere
loro a subire i miei orari, e va da se che poi non uscirebbero più con me.Mi
permettono di prendere la macchina la sera, ma devo tornare alle una max.Anche
se però uscissi con altre persone che mi riaccompagnerebbero a casa non
poteri fare più tardi.Quando esco la sera col mio amore dico ai miei che
esco con qualche ex amica del mio paese, vedo L. a 10 Km da casa e me ne
torno sola, per non farmi vedere dai vicini.Faccio 10 Km in macchina da
sola, attraversando strade isolate e ho paura di essere aggredita; ma non
ho trovato un altra soluzione per vedere il mio ragazzo.
Ormai mi è rimasto come persona che mi sta vicino solo L., e di questa
cosa mi vergogno profondamente perchè è bruttissimo che nel 2005 una
ragazza ha solo il fidanzato come punto di riferimento, purtroppo a me è
successo e la cosa mi fa stare malissimo. Ho parlato con mio padre ma non
è servito a niente, ci ho litigato ed è stato peggio, non cambia idea,
crede che la donna sia un essere inferiore e con me è particolarmente
possessivo perchè sono la figlia che è stata più brava a scuola.Mio padre,
pur avendo questo carattere, ha una gran cultura ed è sensibile a queste
cose,perciò non ha esitato a farmi studiare e mi ha dato tutti gli
strumenti necessari per farlo.Ma per il resto mi ha sempre tagliato le
gambe: Quando ero bambina non voleva nemmeno che parlassi con i
maschietti,e una volta minacciò di uccidermi se avessi avuto un
fidanzato(avevo 16 anni).Ha tentato in tutti i modi di non farmi uscire di
casa e ha ceduto solo al minimo indispensabile. Vorrei ribellarmi, ma ho
paura che mi cacci di casa e che non mi voglia più mantenere, come ha
sempre minacciato: come continuo a studiare?Ho un lavoretti part-time che
mi permette di coprire le spese di viaggi e dei libri per l'università,
oltre che le mie spese personali, e percepisco una borsa di studio che mi
permette di pagarmi le tasse, ma se dovessi anche mangiare e alloggiare,
non basterebbe il lavoro che faccio.I fitti sono altissimi, dovrei avere
un lavoro full-time e quando studio? Io non voglio rinunciare al mio
futuro professionale.Ho un'assurda paura che mio padre mi picchi a sangue
e che possa arrivare a uccidermi se mi ribello in modo plateale:non so
perchè, certo mi ha tartassato psicologicamente, e quando ero più piccola
mi ha anche picchiato, ma pochissime volte nella mia vita, e non mi ha mai
lasciato segni, a parte qualche arrossamento e qualche impronta della sua
mano o della sua cinghia.Ho pensato sempre: tieni duro finchè ti laurei,
poi trovi un lavoro e potrai anche dimenticarti della tua famiglia per
sempre, ma ormai mi sento stretta ai minimi termini.Non ho più vita
sociale, ho paura di essere aggredita ogni volta che esco col mio
ragazzo,e questo sabato mio padre mi ha categoricamente vietato di non
fare tardi dicendo che su questo argomento non se ne può parlare.Non so
più cosa fare.Probabilmente è colpa mia perche sono vigliacca.Ma vorrei
confrontarmi con qualcuno, e non oso parlarne con i miei conoscenti perchè
mi vergogno della mia situazione.Vorrei che mi diceste la vostra opinione
e dove sbaglio e ho sbagliato, secondo voi.So di non avere un problema
grave, ma non vivo più bene.
Dati: ciao,
ho solo bisogno di sfogarmi con qualcuno che non prenda sotto gamba i miei
problemi...
Ho 24 anni, vivo a londra da 1 anno e faccio la cameriera, vivo con mia
sorella che é anche la manager del ristorante dove lavoro, e con il mio
ragazzo, sembra una vita normale se non fosse che mi sento davero giù e
non ho nessuno con cui parlare... Mia sorella è troppo presa dal lavoro e
dal compagno (che è pure il cugino del mio ragazzo)e anche se ho provato a
parlarci lei trova tutte le soluzioni dicendomi di lasciare il mio uomo.
Il mio ragazzo è attualmente alle prese con il suo divorzio e con la
nostalgia del figlio che ha lasciato con la moglie in Bosnia in attesa di
giudizio. Ho mille pensieri per la testa gran parte tristi, la mattina mi
sveglio e piango, penso sarebbe meglio non essere mai nata o farla finita,
ma non ne ho il coraggio! Loro non sopportano di vedermi in questo modo e
dicono di smetterla e di reagire. Non ce la faccio, ho bisogno di sentirmi
per una volta e per qualcuno al primo posto, per una volta importante e
amata... non ho niente di tutto questo, sono difronte ad un muro...
Scusate, forse ho sbagliato sito ma avevo necessità di dire come mi sento
a qualcuno che mi ascolta sinchè non ho finito di parlare. Se qualcuno mi
può aiutare lo ringrazio con tutto il cuore!
nome: a.
dati: Salve a tutte,dovrei essere una donna di 24anni ...e invece sono una
persona distrutta dalla depressione e non solo da essa ma anche da tutti i
danni,che essa comporta.Sono della provincia di Caserta abito in un
paesino
,non conosco quasi nessuno e vivo una tremenda solitudine.La depressione
si è a
me presentata a 17anni mi stavo preparando per l'esame di maturità
,all'improvviso mi sono paralizzata sul letto.grazie a mia madre ne sono
uscita
e ho superato brillantemente l'esame di maturità,dopo pochi giorni mi
lascio
col mio ragazzo e la mia vita si riempie di solitudine e di
sofferenza.all'epoca riuscii a reagire ma ero insicura tutte le mie
sicurezze
la mia voglia di fare svanirono.A casa i miei litigavano era una
situazione
familiare sopportabile ma per me non lo era perchè avevo l'impressione che
il
mondo mi aveva tradito.Il mio sogno era quello di iscrivermi
all'università
alla facoltà di psicologia e così fu ma venni travolta dalla depressione e
mi
isolai a tal punto che chi mi stava accanto non riusciva più a dialogare
con me
e da lì sono caduta sempre più in basso mancavo di rispetto a me e alle
persone
a me care.Tutte le cure che ho intrapreso sono fallite perchè non ho mai
accettato nè superato la diagnosi :depressione,psicosi,anoressia.Mi
sentivo una
aliena .Ho fatto di tutto per riprendermi ho cambiato facoltà dove anche
lì mi
è caduto il mondo adosso.risultato ?ho 24anni nessuna amicizia genitori
sempre
più anziani fratello che sempre più non mi capisce,dovrei continuare i
miei
studi magari trovare un lavoro insomma ricominciare a vivere.per il
momento
dormo tutta la mattinata ,sono assorbita dai problemi della mia famiglia e
non
ne posso più vorrei andarmene ma senza un minimo stipendio dove vado?ho
temtato
perfino il suicidio ma nessuno è riuscito a capirmi.sto cercando di
recuperare
la storia con il mio ragazzo ma è difficile ...insomma chi può amare una
persona che sono diventata?la mia breve vita è stata di fallimenti,non so
più a
chi rivolgermi e vorrei tanto uscirne fuori ,se ci siete e avete letto
questa
e-mail ,rispondetemi e datemi se potete un consiglio...io vorrei solo
riprendere in mano la mia vita ,anche se sono rimasta più sola che mai!
nome: M.
dati: mi trovo in un analoga situazione un vissuto simile alle cosa lette
in questo sito sono depressa da lunghissimo tempo e reduce da un tumore al
seno per fortuna con prognosi ottima ma ancora pago le conseguenze della
mia depressione poiche' la malattia mi ha creato un risveglio e una grande
ribellione per tutto cio che ho vissuto ma sono anche molto stanca e
faccio fatica a ricostruirmi
nome: g. r.
dati: la mia storia riguarda 12 anni di violenze da parte da di troppi
uomini che avevano il solo cruccio di mantenere il lavoro in una officina
idraulica in centro como e totalmente abusiva.ho dovuto rinunciare a tutto
per adeguarmi alle continue violenze e minacce.chiamamolo mobbing, ma a
casa mia.sono giovane e ho solo voglia di suicidarmi.perchè queste cose si
chiamano solo tangenti ed evasione fiscale con tacità complicità del
comune.documenti falsi e una tale corruzione che mi vergogno di essere
comasca.
nome: A.
dati: Ho 34 anni sono sposata da 3 e in questo periodo mi sento un pò
infelice: alterno momenti di rabbia feroce e aggressiva con momenti di
indolenza. Ho solo voglia di dormire e mangiare. L'anno scorso per via del
sovrappeso mi sono messa a dieta ed è andato tutto bene fino ad agosto di
quest'anno. Da settembre ho ricominciato a mangiare in modo disordinato e
eccessivo. Ho rimesso 5 kg in 2 mesi quado avevo faticato quasi un anno
per perderne 10. Oltretutto soffro di pressione alta (per questo la dieta
che tra parentesi mi era molto servita) per cui sto di nuovo male.
La mia situazione lavorativa era precaria come quella di mio marito del
resto fino a ques'estate. Adesso va molto meglio per cui abbiamo
cominciato a parlare di avere un figlio ... Mi sono accorta di non essere
sicura di volerlo ... Non sò cosa mi prende. Non dormo la notte e poi mi
addormento in ufficio davanti al computer e le colleghe sono preoccupate
per me. Mi addormento in treno mentre torno a casa mi addormento mentre
guardo la tv. Poi appena mi stendo a letto mi passa tutto il sonno e il
mio cervello comincia a macinare pensieri ... Non pericolosi nei miei
confronti questo no ... (a parte l'ingozzarmi di qualsiasi cosa mi capita
a tiro) sono pensieri cattivi nei confronti delle persone chi mi stanno
intorno (marito, famiglia, amici...) passo la notte ad analizzare il loro
comportamento nei miei confronti e mi arrabbio tantissimo scoprendo di non
sentirmi rispettata da parte loro ma solo usata. Sono a pezzi e mi
arrabbio con tutti, la mia normale gentilezza e disponibilità si è
trasformata in rabbia e dolore. Non ho voglia di fare nulla anche se sento
la mancanza tutto. Inoltre mi sono resa conto nel tempo (soprattutto da
dopo il matrimonio)di essermi trasformata in un altra da quella che sono
realmente. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco, mi dico: "guarda
come ti sei ridotta". Mi sembra di non vivere più per me stessa, di non
avere più tempo per migliorarmi e crescere. Mi sento impantanata in una
mediocre vita da impiagata e casalinga, correndo dietro ai bisigni di mio
marito, di mia suocera, di mia madre, dei fratelli di mio marito, delle
mie sorelle.
La famiglia di mio marito viene sempre prima della nostra, mi sembra di
non essere mai stati un "noi" ma sempre un "tu" e "io". A volte ho
l'impressione di non amare più mio marito e mi viene voglia di farmi
corteggiare da altri, di tradirlo. Poi non lo faccio, perchè quando lo
vedo stanco, che torna la sera tardi dal lavoro, capisco che anche lui
avrà tanti pensieri e preoccupazioni, che anche lui come ma ha rinunciatao
a tante cose sposandoci. Poi però penso: "chissà se anche lui pensa lo
stesso per me. Chissà se si preoccupa quando torno stanca da lavoro e poi
ricomincio daccapo a casa e mentre lui la sera sonnecchia sul divano io
aspetto che finisce l'ennesima lavatrice per stenderla" E mi arrabbio di
nuovo quando mi chiede di qualcosa che non è stato ancora lavato o
stirato, quando mi fà notare che in quelche punto della casa c'è ancora
polvere. Lo butterei fuori di casa per non rivederlo mai più. A volte urlo
forte e lo sgrido perchè si comporta come un bamibino, lasciando panni
sporchi in giro, non usando fazzoletto per pulirsi il naso, dimenticandosi
di lavarsi prima di venire a letto dopo una giornata di lavoro. Certe
volte la notte mi fà un tale schifo che vado a dormire sul divano. Certo,
analizzo che è in piedi dalle sei e ha lavorato ininterrottamente fino
alle 21 o 22 (fa due lavori) ma poi mi dico: perchè io no? mi alzo con lui
alle 6 gli preparo il pranzo mi lavo e poi solo dopo che ho liberato il
bagno lo chiamo per farlo alzare. Usciamo insieme alle 7.20. Certo io
lavoro solo fino al pomeriggio, ma poi(invece che in auto visto che ce
l'ha lui) mi infilo su metro e poi treno per tornare casa, per cominciare
il mio secondo lavoro che però siccome non frutta denaro allora non
conta????????? Mi alzo prima di lui, vado a dormire dopo di lui eppure mi
lavo lo stesso, per rispetto al fatto che lui dorme nello stesso letto con
me e gli esseri umani, inevitabilmete puzzano se non si lavano.
Sono sempre attiva anche se sto male (e mi capita spesso, visto che soffro
di emicranie croniche) ho le ossa sempre doloranti, mal di schiena e piedi
gonfi ma lui non esce mai di casa senza pranzo. Si, è dolce con me e
premuroso, ma non mi rispetta.
Sono stufa ma non riesco a reagire. Ho combattuto davvero fino a pochi
mesi fa, con me stessa, con lui, con i problemi della sua famiglia. Ma ora
non so più come fare fronte alla rabbia. Così mi alieno e mangio. E mi
arrabbio e grido. E non sono più io. E non ho nemmeno più voglia di
lasciarlo. Eppoi perchè? ? Troppo comodo per lui. Che sia sempre io a fare
tutte le scelte. A prendere tutte le decisioni. A prendermi tutte le
responsabilità sul nostro rapporto. E ora domandatemi: ne hai mai parlato
con lui? CERTO!!! continuamente fino alla nausea e ritorno. Cioè io parlo
e lui sta zitto, aspetta che abbia finito, dice 2 parole tipo che non sa
come affrontare la cosa che mi deve rispondre si gira dall'altra parte e
prima che io abbia finito di contare fino a 5 lui già russa.
Sono sfinita, so che dovrei ricominciare da me stessa, so che dovrei
trovare quelcosa fuori da me che mi distragga, so che dovrei riposare un
pò per poi ricominciare a costruire di nuovo la MIA vita. Ma ho solo
voglia di magiare e dormire e urlare contro tutti e poi non fare più nulla
...
nome: flami
dati: sono una ragazza di quasi 19 anni...con il peso di una vita sulle
spalle... naturalmente soffro di quasi tutti i disturbi qui sommariamente
trattati... tutti tenuti più o meno sotto controllo: problemi con il cibo
tendenti all'anoressia, attacchi di panico, depressioni... mancanza di
fiducia
nel futuro, angoscia... problemi nelle relazioni soprattutto per quanto
riguarda
i rapporti di coppia...allora, vorrei andare con ordine: sono figlia di
separati, ho uhn rapporto molto forte con mia madre e un padre quasi
totalmente
assente, distante ma aggressivo, orgoglioso e onnisciente ....3 fratelli 2
di
primo matrimonio di mio padre una di secondo matrimonio di mia madre...lo
so un
casino...ultimamente la situazione economica è precipitata tanto che
abbiamo
dovuto affittare una camera a una ragazza americana ed io vivo nel centro
di
roma circondata dal classico ambientino romano ipocrita dove basta fingere
per
essere apposto...e così fingo...mio padre ha saputo solo allontanarsi
ancora di
più, nelle difficoltà economiche in cui mi trovo alle soglie
dell'università
affermando che non pensa per niente a pagarmi qualsiasi futuro studio o
università(come se fosse un mio capriccio quando invece era...è il mio
unico
ponte verso un futuro.,..un futuro mio...dove poter essere felice
forse...insomma attaccandomi dove più mi poteva ferire)facendosi
orgoglioso dei
suoi 10 anni di analisi psicologica dicendo che i miei problemi con lui
risalgono a quando lui ai miei due mesi mi mise su un lettino shatsu e mia
madre mi fece scendere e io da là non l'ho puiù accettato come padre che
lui
"in verità è stato perchè pur vedendomi 4 VOLTE L'ANNO" super uomo qual' è
riusciva a riempire tutti i vuoti...bà!!!insomma alle soglie dei miei 19
anni,
alle porte del mio futuro davanti a me vedo solo sempre di più limiti e
ostacoli e sofferenze, delusioni...sono affaticata e non so se andrà mai
meglio,,,peccato perchè so che ho tanto da dare e voglio avere tanto dalla
vita
che sono sicura...tanto male non è...mi manca il sostegno , la forza...sento
di
poter contare solo di me e sto cedendo...grazie per lo sfogo...buona
pasqua a
tutte.
nome: F.
dati: ciao .....il mio nome è F., e faccio 30 anni
fra pochi mesi. la mia vita non ha niente di speciale finora, perchè sono
sempre stata depressa.
Ringrazio questo sito e chi lo cura, x averlo messo a disposizione;
leggendo le altre lettere , mi ritrovo in molti aspetti in esse descritti.
da ben 10 anni esatti, ho finito di andare a scuola, ho preso la maturità
"x miracolo", perchè avevo molta paura di non farcela, in quanto sì
studiavo , ma avevo già mille insicurezze, paure, problemi affettivi, che
derivavano dal rapporto con la mia famiglia..... e con mio padre.
ho un fratello e una sorella piu grandi, che bene o male si sono , con il
lavoro (mio frat), e con la creazione di una famiglia (mia sor),
districati dalle cose che abbiamo tutti e tre vissuto fin da piccoli a
causa di mio padre che ci ha picchiati e sempre ci ha ostacolati nella
nostra vita!
io sono quella che è rimasta ancora bloccata in questa situazione. non
lavoro, non ho amici/amiche, passo molto tempo a chattare, ho una sola
cosa in cui credo, la psicoterapia, che porto avanti da 8-9 anni, grazie
alla fede che mia madre vi ripone; prendo psicofarmaci da tutto questo
tempo e ora ho deciso di dire basta a tutto questo...... purtroppo la
causa scatenante dei miei problemi è stato mio padre....... e io continuo
a dipendere da lui psicologicamente nonostante tutte le sue umiliazioni. e
soprattutto ho avuto x tutto questo tempo un'inconsapevole "paura" se così
si può definire , degli altri uomini... paura che si è manifestata nel non
sapere come rapportarmi in una relazione sentimentale, perchè
inconsciamente ho scelto sempre d'innamorarmi di persone sbagliate, che
non mi hanno ascoltato, che mi hanno solo usato e adesso mi ritrovo
sola!..........
x tutto questo tempo, non sono uscita una volta x divertirmi in serenità,
e tutto questo io lo reputo sia colpa di mio padre e basta. nonostante le
volte che l'ho perdonato , io non ancora sopporto di vivere insieme a
lui,nella stessa casa, dove lui ha fatto piangere svariate volte mia
madre, che ha la debolezza di non avere un carattere forte ....... e
questo ricade su di me, che ora realizzo di non avere niente , di non
sapermi costruire un futuro, di non sapere cosa mi emoziona, e a volte non
riesco ad essere completamente me stessa ed ecco che tiro fuori tutto
quello ke ho dentro con l'unica speranza che Dio mi ascolti e mi aiuti a
"districare" anche me.....
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