IL PIANO DI ZONA DEL COMUNE DI NAPOLI 2001-2003
AI SENSI DELLA LEGGE 328/00 Del. G.R. 1826 Del 4/5/01
LA PROPOSTA DELL'
"AREA DI PROMOZIONE DEI DIRITTI DELLE DONNE"
ARCI DONNA
CENTRO
PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNA ASL NAPOLI 1
UDI IN RETE
Proposta di un' AREA
DONNE
In
Europa e nel mondo si va affermando una politica a favore delle donne
che non le considera più oggetto di interventi assistenziali ma soggetti
di diritto.
Questa
politica si connota sul piano delle prassi come integrazione del punto di vista
di genere in ogni ambito di attività politica, culturale, economica sociale e sanitaria.
Integrazione del punto di vista di genere significa che in
ogni area presa in considerazione viene stabilito un focus sulla
realtà delle donne perchè essa possa essere pienamente rappresentata,
colmando quello che oggi viene individuato come deficit di equità e parità del
rapporto tra uomo e donna. La pratica della integrazione del punto di vista di
genere si sostanzia di prassi che concretamente realizzano misure di parità,
equità e rappresentatività dei bisogni delle donne.
Per rappresentare esigenze, diritti delle donne e soprattutto superare
quello che per consenso di tutti (OMS,
UE) viene a tutt'oggi individuato come mancanza di equità nella distribuzione
di risorse e d opportunità tra uomini e donne, è necessario che un'area
specifica sia creata nel piano di integrazione socio-sanitaria per affrontare
questo specifico problema.
La
necessità di un' area mirata sulle donne proviene anche dalla precedente
formulazione del piano di integrazione socio-sanitaria: in questa infatti si
annotava ampiamente come l'area delle responsabilità familiari fosse abitata
soprattutto dalle donne su cui grava ( lo dimostrano i dati ufficiali
dell'ISTAT) il maggior carico di
lavoro e responsabilità familiari.
Inoltre
in quest'area venivano rappresentate in modo unilaterale le esigenze di salute
delle donne, e in modo
"neutro" le esigenze di promuovere percorsi di uscita dalla violenza,
che riguarda nella quasi totalità dei casi (sempre secondo i dati ufficiali
dell'ISTAT) la violenza perpetuata sulle donne dai parners maschili (mariti,
fidanzati, ecc.)
Infine nell'area delle responsabilità familiari si riconosceva il
problema specifico di una promozione della salute della donna (riproduttiva e
non riproduttiva) che costituiscono oggi purtroppo una punta avanzata di
patologie ad alto tasso di mortalità e morbilità (cardiovascolari, mentali,
gastroenterologiche, muscolo-scheletriche, metaboliche, neoplastiche, da lavoro,
da HIV).
Per
tutti questi motivi, appare evidente come l'organizzazione di un'area DONNE
risponda meglio alle esigenze ed ai bisogni della popolazione femminile, bisogni
in parte compresi nelle esigenze delle
famiglie, ma più spesso in contraddizione con esse o non sufficientemente
rappresentati in quelle.
D'altra
parte è necessario affrontare con politiche mirate ed integrate di empowerment i problemi specifici che le donne hanno nei vari
ambiti, problemi che gravano sulla Comunità in quanto indicatori di un
"deficit di giustizia e democrazia": nel lavoro produttivo
(dequalificazione e maggiori tassi di disoccupazione), nel lavoro
familiare (maggiore carico familiare e minori risorse per sè), nelle relazioni
affettive e lavorative (molto frequentemente oggetto di violenza e
maltrattamento, molestie e ricatti sessuali); nella salute (aumento della
morbilità/mortalità in specifiche aree e carenza di strategie preventive
adeguate), nel tempo libero (spazi e tempi della città
non sufficientemente a misura di donna) .
Nella
proposta di COSTITUZIONE DI UN'AREA
DONNE sono contenuti i seguenti obiettivi generali e specifici
OBIETTIVI GENERALI
1.Sostenere
il carico di lavoro familiare, valorizzare le capacità femminili e creare nuove
opportunità per il lavoro femminile
2.
Promuovere la salute della donna.
OBIETTIVI SPECIFICI
1.
¨
Sostenere
le donne nell'espletamento del lavoro di cura attraverso strumenti economici,
sociali e psico-formativi.
¨
Sostenere
le donne nell'espletamento del lavoro extrafamiliare dipendente ed autonomo;
sostenere le donne nei percorsi di carriera, e nelle opportunità di crescita
professionale.
¨
Sostenere
le pari opportunità e la condivisione del lavoro di cura tra uomini e donne;
¨
Sostenere
le pari opportunità maschio-femmina nella
scuola e nei percorsi educativi contro la violenza e la discriminazione
sessuale.
¨
Favorire
attraverso l'informazione e la consulenza (creazione di sportelli) l'inserimento
o il reinserimento lavorativo.
¨
Contrastare
l'abbandono del lavoro da parte
delle donne specie nel periodo della maternità, con servizi sostitutivi per la
cura dei figli nei primi anni di vita.
¨
Sviluppare
una politica dei tempi di vita che consenta una conciliazione delle attività
familiari ed extrafamiliari.
2.
§
Informare
le donne sui rischi legati alle patologie più diffuse tra la popolazione
femminile, e sulle strategie di prevenzioni più opportune
attraverso sportelli sapute, seminari, gruppi di formazione, gruppi di
auto-aiuto.
§
Informare
le donne sui rischi per la salute determinati dalla violenza subita e tollerata;
sostenere le donne nei percorsi di uscita dalla violenza con la creazione di
sportelli e centri territoriali aanti-violenza di consulenza legale, sociale
e psicologica; e con la creazione di case
di accoglienza per donne maltrattate in situazioni di difficoltà e rischio
immediato.
§
Promuovere
nei servizi sanitari e nei servizi sociali l'ascolto e l'accoglienza dei
problemi di salute delle donne relativi al lavoro familiare, al lavoro
extrafamiliare con particolare attenzione agli episodi di molestie sessuali e
mobbing.
§
Promuovere
la prevenzione in ambito oncologico, cardiovascolare, mentale, ecc.; sviluppare
nei servizi un'ottica di genere per l'ascolto del paziente donna con la finalità
di superare le attuali iniquità e
disparità in ambito diagnostico e clinico.
§
Integrare
i servizi materno infantili con quelli socio-assistenziali per sostenere con
misure di supporto socio-economiche e psico-sociale il fine di una maternità
responsabile.
§
Sviluppare
percorsi di supporto psico-sociali per
le adolescenti e le minori che arrivano alla interruzione di gravidanza, o al
matrimonio in età precoce.
§
Sviluppare
la formazione degli operatori sociosanitari all'accoglienza ed all'intervento in
un'ottica di genere.