CENTRO PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNA

Resp.: dr. E. Reale

 

 

 

SOMMARIO

IL LUNGO VIAGGIO  DELLA DONNA 

ATTRAVERSO LA MENOPAUSA

TRA   MOLTI PREGIUDIZI  E POCHE CERTEZZE

 

 

QUANTO E' LUNGA LA MENOPAUSA?
 

 

MENARCA-MENOPAUSA UN UNICO PREGIUDIZIO
 

 

LA MENOPAUSA IL PREGIUDIZIO PIU' ONEROSO

 

LE PATOLOGIE ATTRIBUITE ALLA MENOPAUSA: REALTA' O PREGIUDIZIO?
 

 

LA SCIENZA MEDICA E LA SENILITA'

 

QUAL'E' IL RAPPORTO  TRA MENOPAUSA E  VECCHIAIA?


 

Quanto è lunga la menopausa?

 

 

Dai 35 anni agli 80 anni ed oltre, per la donna esiste, secondo la medicina,

una unica tappa, che è la menopausa:

 dai 36 ai 45 anni: la pre-menopausa

dai 46 ai 55 la peri-menopausa e la menopausa

dai 56  a oltre 80 anni la post-menopausa.

 

Per la donna si ritiene che non vi sia soluzione di continuità tra:

l'età adulta giovanile (riproduttiva) e la vecchiaia

 

La donna è così stretta tra due immagini sociali contrapposte:

la giovinezza o la vecchiaia

 

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Il ciclo riproduttivo della donna:

un unico pregiudizio dal menarca alla menopausa

Il pregiudizio nell'adolescenza

La tempesta ormonale all'arrivo del menarca e la variabilità del ciclo mestruale, i disturbi correlati (nervosismo, cambiamenti del tono dell'umore) sono fattore di rischio per la maggiore morbilità psichica delle ragazze rispetto ai coetanei maschi.

Il pregiudizio della maternità

La gravidanza, il parto ed il puerperio con le loro ingombranti e concentrate variazioni ormonali sono fattori di rischio specifici per l'incidenza delle depressioni sulla popolazione femminile in età fertile

Il pregiudizio della menopausa

L'interruzione del ciclo con le sue variazioni ormonali ed i fenomeni del climaterio è fattore di rischio per la depressione ma anche per altre patologie ad alto tasso di incidenza sulla popolazione femminile (cardiovascolari, ossee, uro-genitali, ecc.).

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La menopausa:

il pregiudizio più oneroso per la donna

 

v Se il ciclo ormonale e la vita riproduttiva della donna è stata ed è al centro della eziologia delle patologie psichiche, con una indicazione terapeutica mirata al controllo della variabilità ormonale;

v la cessazione della funzione riproduttiva umana è al centro della  eziologia di un numero più vasto di patologie, ed ha come indicazione terapeutica principale, buona per ogni evento,

quella ormonale-sostitutiva;

v  solo per la donna, lo stato di salute complessivo dipende dagli organi riproduttivi, dalla loro età e dalla loro funzionalità; solo per la donna i presidi preventivi si fondano sull'intervento medico, manipolatore del normale corso fisiologico.

 

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Le patologie attribuite alla menopausa

una realtà o un pregiudizio?

 

 

Tra le demenze,

 l'Alzheimer costituisce il 50-60% dei casi, colpisce il 5-8% dei soggetti al di sopra dei 65 anni e il 15% dei soggetti al di sopra dei 75 anni,

il 25-50% dei soggetti al di sopra degli 85 anni.

 

Tra i tumori,

il cancro della cervice uterina raggiunge il picco tra i 45 ed i 54 anni, poi il rischio decresce; 

il tumore al seno ha due picchi  a 45 anni ed un altro tra i 60 ed i 65 anni,

 è la prima causa di morte delle donne tra i 35 ed i 55 anni, con picco a 45 anni.

 

Tra i tumori in generale,

Il rischio per ogni tumore in uomini e donne aumenta con l'età con un picco che si aggira tra i 40 ed i 50 anni

 

 

L'osteoporosi,

è rara al di sotto dei 50 anni. La massa ossea aumenta fino a 30 anni, e poi tende ridursi fisiologicamente nei due sessi.

Le donne hanno rispetto agli uomini minore  massa ossea, e da 30 anni in poi tendono a ridurla più degli uomini, con un picco di riduzione

tra i 50-60 anni ed un successivo plateau.

 La riduzione della massa ossea solo in alcuni casi dà luogo a patologia.

La patologia si apprezza generalmente in concomitanza con le fratture, che avvengono progressivamente con l'aumentare dell'età e con un picco tra i 75-85 anni.

 La patologia è multifattoriale: l'età, la bassa densità ossea di base, una dieta povera di calcio, il sovrappeso, il fumo, la deficienza di vitamina D, la mancanza di esercizio  e movimento  fisiologico continuativo.

 Vi è evidenza che la  terapia estrogenica non condotta in modo continuativo non è efficace.

Ma i rischi di una terapia estrogenica per lungo periodo  sono elevati per altre patologie. come il tumore al seno.
 

La patologia cardiovascolare

E' la prima causa di morte per le donne di età compresa tra i 44 – 59 anni.

Sebbene compaia con qualche anno di ritardo rispetto agli uomini, è anche per le donne  una patologia dell'età di mezzo che si verifica dopo i 40 anni.

A parità di stressors, le donne hanno, rispetto agli uomini, una protezione in più costituita dagli ormoni riproduttivi. Ovviamente tale protezione aggiuntiva cessa con la menopausa e la donna deve munirsi di altre protezioni specifiche.

 

La patologia urinaria

        L'incontinenza urinaria, cresce con l'aumentare dell'età ed è maggiore nelle donne. Nella popolazione generale ne è affetta il 5% tra i 65 ed i 74 anni ed il 15% al di sopra dei 75 anni.

        E' frequentemente associata  a cattive condizioni generali di salute  e a pluripatologie.

 

La patologia depressiva

        Riguarda tutto il ciclo di vita della donna e comprende soprattutto la fascia giovanile dall’adolescenza all’età adulta (15-44 anni). Non si verifica, come erroneamente si crede o si dice, un incremento del rischio depressivo con la menopausa.  Le variazioni dell'umore che accompagnano le variazioni ormonali, come in ogni altra tappa della vita della donna (avvio del menarca, gravidanza e post-partum) sono fisiologiche.

            Come per le altre tappe le cause di una eventuale patologia depressiva no n sono da ricercare in queste variazioni.

 

In sintesi

Ognuna di queste patologie, pur avendo degli indubbi rapporti con la presenza o meno dell’attività estrogenica, caratteristica peculiare del corpo delle donne, deve essere osservata indipendentemente dalla menopausa, e soprattutto non in esclusiva e privilegiata relazione con essa. Tali patologie infatti devono essere poste in collegamento diretto con altri e specifici fattori di rischio, e con un occhio agli stili di vita che maggiormente si associano alla prevenzione.

Infatti ad esempio, nelle patologie cardio-vascolari le donne godono inizialmente della protezione ormonale, ma successivamente sono esposte allo stesso rischio degli uomini. Ed altrettanto, la più frequente carenza calcica ossea, va prevenuta con azioni adeguate, molto prima della fatidica età di mezzo. Così come l’incontinenza non si verifica se i parti sono correttamente seguiti e se le donne si sottopongono a terapie fisiatriche ai primi sintomi.

 

 

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La scienza medica e la senilità : le leggi dell'invecchiamento sono diverse per uomini e donne?

 

La scienza medica,

in sintonia con le scienze sociali ed economiche, tende ad individuare la categoria degli anziani in soggetti, uomini e donne,

con età superiore a 65-70 anni, in relazione all'interruzione della vita produttiva ( pensionamento).

 

In realtà l'inizio dell'età senile è relativa a molte variabili determinate dalle condizioni di salute individuali

e dalle condizioni contestuali. Essa quindi, in rapporto alle aspettative di vita, che migliorano nel tempo,

è spostata progressivamente in avanti.

 

 

Ma tutto ciò sembra non riguardare le donne:

la donna, diversamente da quanto succede per l'uomo,

e saltando tutte le regole dell'orologio biologico che scandisce progressivamente i tempi della crescita e dell'invecchiamento,

 si trasforma di colpo intorno a 50 anni

 in vecchia e malata.

 

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Qual'è il rapporto reale tra menopausa e vecchiaia?

 

Legittimamente la menopausa è collocata in una fascia ristretta di tempo che indica la cessazione dell'attività riproduttiva con il calo di progesterone- estrogeni dovuto alla perdita della funzione ricettiva delle ovaie nei confronti degli ormoni secreti dall'ipofisi.

 

 Tale cessazione è preparata negli anni da progressivi mutamenti: dai 30 anni in avanti vi sono mutamenti quantitativi del flusso mestruale, intorno a 45 iniziano irregolarità di maggiore evidenza (se non ve ne sono mai state prima), intorno ai 50 anni si produce l'interruzione del flusso mestruale e successivamente l'interruzione dell'attività riproduttiva.

 

 

Questa fase finale del processo di cambiamento, ovvero la cessazione dell'attività riproduttiva, è collocata nediamente in un lasso di tempo di 10 anni che va dai 45 ai 55 anni. Questa fase poi  incide nella vita di una singola donna, con i suoi mutamenti precedenti e seguenti alla cessazione del ciclo mestruale e dell'attività riproduttiva, per un arco medio di 5 anni.

 

In questo arco di tempo di cambiamento la donna può percepire una serie di fenomeni fisiologici neuroendocrini (fenomeni così detti del climaterio ovvero dell'adattamento fisiologico) a carattere sregolatore della circolazione sanguigna (le vampate), del ciclo sonno-veglia, della stabilità dell'umore, del ciclo alimentare e sessuale.

 

Questa variabilità non crea di per sè allarme nella donna, abituata dal menarca, dalla gravidanza e dal post-partum,

 a fare i conti con la variabilità ormonale

del suo ciclo e delle sue fasi.

 

Ciò che spaventa la donna è piuttosto l'associazione che impropriamente si  fa tra la fine dell'attività riproduttiva, segnalata dall'interruzione del ciclo mestruale, e vecchiaia e  malattie.

 

Le donne devono essere informate che:

la menopausa non coincide nè può essere identificata

con la vecchiaia e la fine di una condizione di salute.

 

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