CENTRO PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNA

Resp.: dr. E. Reale

 

 

LA PREVENZIONE  IN MENOPAUSA

 

 

Le indicazioni generali alla prevenzione

 

I rischi psicologici della menopausa, vanno affrontati in un'ottica di prevenzione già  dalla tappa precedente.

 

Se nella maternità la donna ha dimenticato se stessa

e si è annullata nella famiglia,

la menopausa è una importante occasione,

fornita dall'orologio della natura,

di pensare a se stessa

con un miglioramento della qualità di vita personale.

 

La menopausa invece di essere così vissuta come anticamera della vecchiaia,

diviene luogo in cui si può:

 

non solo antagonizzarre il concetto di vecchiaia

come perdita di interessi e di vitalità,

 

ma anche mettere in gioco

nuovi progetti e modalità espressive,

che la maternità ha frequentemente bloccato

con un eccesso di cure per altri.

 


 

Cosa bisogna fare in menopausa?

 

Nulla di diverso e niente di più di prima, se si sono seguiti i criteri di una giusta prevenzione negli anni precedenti.

            Non dimentichiamo che la vera prevenzione è nell’adozione di stili comportamentali salutari e questi devono essere appresi già nell’adolescenza e nell’età giovanile. E’ lì il momento giusto in cui si pongono i paletti di una buona prevenzione.

 

E se finora non si è fatto nulla per la propria salute?

 

Allora la menopausa è un buon momento per cominciare, per non perdere una buona occasione. Ma ciò non vuol dire preoccuparsi della propria salute solo in modo medicalizzato.

Sul terreno medico si continueranno a fare gli screening specifici per le patologie più importanti, seguendo le indicazioni sulla prevenzione che in genere cominciano già prima della menopausa. Poi a secondo della propria età e del proprio profilo genetico e familiare di rischio, si aggiungeranno altri controlli, o se ne ridurranno altri, a seconda della valutazione fatta dal proprio medico di famiglia. 

 

E gli stili di vita opportuni quali sono?

 

Sul terreno della prevenzione primaria, se non lo si è fatto prima, si comincerà a farlo ora, valutando che la messa a riposo dell’organismo riproduttivo ci ha regalato una fase ed un tempo di maggiori risorse da dedicare alla promozione della nostra salute ed al miglioramento della qualità di vita personale.

*            Se ad esempio si è mangiato sempre male ed in fretta, ci si potrà fermare e darsi una dieta equilibrata ed uno spazio per pranzo/cena, lontano dalle incombenze.

*            Se abbiamo fatto solo il movimento affannoso casa-lavoro e lavoro-casa, fermiamoci e concediamoci un altro tipo di movimento, lontano dallo stress della routine quotidiana.

*            Se la vita finora è stata convulsa, cerchiamo di alleggerirla; se la vita finora è stata monotona, attiviamola.

*            Se siamo portate a fare bilanci ad ogni scadenza, facciamone uno nuovo;  suddividiamo le tante cose fatte con un doppio segno: quelle fatte per altri e quelle fatte per noi stesse. Se siamo in credito è il momento giusto per risarcirci di qualcosa non fatta. Una donna ha dovuto rinunciare sempre a tante cose ed ora vi è la possibilità di trovare nuovi interessi ed occupazioni, attingendoli soprattutto alle cose che si volevano fare ma che non si è mai avuto il tempo di fare.

*            Guardiamo soprattutto al lavoro di cura e chiediamoci: i figli sono cresciuti? Se non li abbiamo lasciati andare, è arrivato il momento di liberarli dalle nostre cure, promuovendone l’autonomia  e liberando anche noi con loro. Se ci preoccupiamo e ci chiediamo: cosa faremo senza di loro? Guardiamo a noi ed osserviamo tutte le nostre competenze, acquisite nei molti compiti e mansioni, che abbiamo svolto per altri, e pensiamo di realizzare quelle stesse cose o altre cose per noi.

 

Ma la sindrome del nido vuoto non vuol dire proprio che la donna se dismette i compiti di madre sta male?

 

Può succedere di stare male se i figli vanno via.  Se fino all'epoca dei figli grandi le donne hanno retto bene al lavoro familiare senza avere problemi, quando i figli se ne vanno possono invece soffrire di quella che viene chiamata "sindrome del nido vuoto": Le donne cioè soffrono  della dismissione del lavoro di cura, che le aveva fino a quel momento assorbite, perchè non hanno mai coltivato altre attività e competenze diverse.    

Avere quindi anche all'epoca dei figli piccoli, gli spazi personali in cui coltivare una professione o altri tipi di impegni che possono permanere ed ampliarsi dopo, quando i figli saranno cresciuti, è un'ottima cosa per la prevenzione del rischio depressivo nel momento in cui i figli ci lasciano.

 

Recuperiamo i progetti accantonati

 

Nella nostra vita ci possono essere tanti progetti ed interessi accantonati, cose grandi o anche cose piccole che abbiamo messo da parte per meglio ascoltare e prenderci cura degli altri. E’ forse arrivato il momento per riprendercele!

          

           

 

        La donna con figli grandi, che ha dovuto lasciare un progetto di studio e lavoro, potrà ricominciare a riproporsi questo obiettivo.

 

Esiste per la donna di oltre 40 anni, la possibilità di sviluppare, anche con il sostegno dei fondi Europei, una serie di progetti,  che prevedono il suo reingresso nel mondo del lavoro, dopo che ha svolto, per anni ed in esclusiva, l’attività di cura per la famiglia.