C.N.R. – Progetto Finalizzato
Prevenzione e Controllo dei Fattori di Malattia
Unità Operativa ASL NA 1
“STRESS
E VITA QUOTIDIANA DELLA DONNA:
UNA INDAGINE SPERIMENTALE SUI RISCHI DI MALATTIA”
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE - PROGETTO FINALIZZATO
PREVENZIONE E CONTROLLO DEI FATTORI DI MALATTIA
ABSTRACT | REPORT |
Contenuto
della Ricerca
E’ costituito da:
· 3 gruppi con patologia: 120 donne di età compresa tra i 25 e 54 anni, con depressione psichica, ipertensione arteriosa, carcinoma mammario. Ciascun gruppo è suddiviso in due sottogruppi di patologie omogenee, rispettivamente di maggiore e minore gravità
·
1 gruppo senza patologia: 40 donne con il medesimo profilo
anagrafico e socioculturale dei gruppi con patologia.
L’indagine è condotta attraverso un questionario a risposte chiuse sullo stress (daily life questionnaire). Il questionario indaga sette aree rappresentative delle condizioni di vita della donna e della percezione di sé:
sovraccarico nella vita lavorativa familiare ed extrafamiliare; presenza/assenza di relazioni sociali; interessi personali; progetti; stima di sé; stima degli altri; percezione di stanchezza e ridotta capacità psicofisica.
Il
questionario usato è multivariato, fondato su un’analisi della varianza nei
confronti pianificati incrociati tra i vari gruppi. Nell’analisi, le patologie
e la condizione lavorativa sono variabili indipendenti mentre i sette fattori
sono le variabili dipendenti, in un disegno fattoriale multivariato “8x2”
tra i soggetti.
Si sono analizzati i gruppi considerando come variabili indipendenti sia le patologie, sia il lavoro extrafamiliare. Il livello di significatività prescelto è pari a 0,01.
L’analisi dei dati ha mostrato che:
· la differenza è altamente significativa per la variabile indipendente “patologia” (P<0,0000001);
· tutti i gruppi patologici (gravi e lievi) si differenziano in modo significativo dai gruppi controllo (P<0,0000001);
· l’interazione tra lavoro extrafamiliare e patologia non è risultata significativa: il lavoro extrafamiliare, cioè, non entra in maniera significativa nella differenziazione tra gruppi patologici e gruppo di controllo.
I gruppi sperimentali (patologici) presentano, nell’anno precedente all’insorgenza della patologia, livelli significativi di stress caratterizzati in particolare da:
· aumento del carico di lavoro familiare (tutti i gruppi);
· aumento del carico di lavoro extrafamiliare (gruppo ipertensione);
· dalla riduzione della stima di sé e degli altri e dalla riduzione delle relazioni e interessi/progetti personali (gruppo depressione);
· dall’aumento/mantenimento della stima di sé e degli altri, e dalla riduzione degli interessi/progetti e relazioni personali (gruppo carcinoma).
Convegno degli Psicologi, Napoli novembre 2000
La
ricerca condotta dalla nostra Unità Operativa in collaborazione con il CNR
(Consiglio Nazionale delle Ricerche) getta una luce su i rapporti tra stress e
vita quotidiana della donna.
Individua lo stress come elemento tipico della vita della donna. E' il
lavoro familiare con la caratteristica della funzione di cura (la cura dei
bisogni altrui, contrapposta alla cura di sè) a costituire quel potente fattore
di rischio per la salute complessiva della donna.
La complessità del lavoro di cura è stata più volte analizzata sia dal
nostro gruppo di ricerca, sia da altri gruppi. Due gli elementi che vogliamo
sottolineare:
·
è un
lavoro svolto per gli altri, indirizzato al soddisfacimento dei bisogni altrui,
esso difficilmente ha un ritorno nella economia psichica personale in termini di
arricchimento e/o reintegrazione
delle risorse spese. Difficilmente ad esempio la donna che svolge la funzione di
cura potrà contare su comportamenti di scambio e reciprocità della cura
stessa.
·
E' un
lavoro che mette in campo, a livello di aspettative di chi lo eroga, complesse
dinamiche psicologiche e sociali: costruisce la tendenza di un soggetto a
sviluppare la competenza nella cura di altri, ma al tempo stesso tende a
bloccare e rendere impraticabile la cura di sè. Paradossalmente chi è
competente nell'attendere ai bisogni altrui diviene incapace nell' attendere ai
propri: la funzione di cura a cui la donna viene allenata fin dalla sua
adolescenza è una funzione che non prevede l'investimento auto-diretto.
E così in un
circolo vizioso, la donna, pur essendo esperta e capace in questa attività,
richiede a qualcun altro, anzi si aspetta che qualcun altro si prenda
cura di lei, come lei ha già fatto. La vita della donna, nella nostra
esperienza clinica, diviene un farsi carico ( to cope) di tutto e di tutti in
attesa che un altro si prenda cura di lei.
Da questa osservazione della cura degli altri come sovraccarico nella
vita della donna e come negazione della capacità a prendersi cura di sè si
sviluppa un fattore di stress specifico messo in evidenza ed analizzato dalla
nostra ricerca.
La ricerca ha messo a confronto un campione di donne diversificato in
rapporto alla condizione patologica, donne con: depressione psichica,
ipertensione arteriosa e carcinoma mammario a confronto con un gruppo di donne
senza patologia. Ciò che si è evidenziato in questo confronto è la
connessione tra aumento del lavoro familiare ed
aumento del rischio di patologia.
Fino al momento della attivazione da parte del CNR del Progetto
Finalizzato di Ricerca "FATMA" ( Prevenzione e Controllo dei Fattori
di Malattia, sottoprogetto Stress, quinquennio 1992-1997), ognuna di queste tre
patologie, nella popolazione femminile, aveva trovato ostacoli al suo
riconoscimento come patologia collegata allo stress lavorativo.
Il
campo della ricerca stress si presentava infatti abitato in massima parte da
ricerche sul collegamento tra patologie e stress lavorativo, intendendo per
lavoro solo quello produttivo ed extra-familiare, ed ignorando invece tutti i
significati dello stress collegabili al lavoro familiare. In questo modo si era
definita una solida tradizione di ricerca sul versante delle patologie a maggior
impatto tra la popolazione maschile, come le patologie cardiovascolari, ed uno
stretto collegamento di queste patologie con il fattore di rischio "lavoro
produttivo".
Le
patologie invece a maggiore diffusione tra la popolazione femminile venivano
incanalate su binari di ricerca differenziati e non collegate allo stress
lavorativo:
·
La
depressione era vista collegata maggiormente a eventi stressanti di tipo emotivo
e a specifiche strutturazioni di personalità. Nella letteratura
scientifica della psichiatria la depressione ed in genere i disturbi
psichici nelle donne sono sempre stati visti in stretto collegamento con le
vicende ormonali (menarca, gravidanza e puerperio, menopausa).
Anzi la
depressione e gli altri disturbi psichici sono stati visti come tipica risposta
patologica femminile alle avversità della vita: una risposta cioè di
passivizzazione dell'iniziativa, di inermità, di incapacità a reggere gli
eventi duri, in definitiva una risposta non collegata con chiari eventi esterni
di sovraccarico, pressione e stress, quanto piuttosto a fattori interni di
debolezza e fragilità emotiva.
·
Le
patologie cardiache sono state valutate soprattutto nel genere maschile e
sottovalutate nel genere femminile; la eziologia da stress per la patologia
cardio- vascolare è misconosciuta
nella popolazione femminile. Anche oggi che si è esplicitamente
riconosciuto il fattore della sottovalutazione di questa patologia tra le donne,
si mantiene il riferimento ad eziologie biologiche ed ormonali (la caduta dello
scudo protettivo ormonale in menopausa) piuttosto che valutare l'impatto delle
variabili psico-sociali come lo stress lavorativo e familiare.
·
Infine
anche per i tumori femminili ha
prevalso una linea interpretativa legata più alla biologia ed all'attività
riproduttiva che non ad altre cause ambientali e lavorative (anche in un ruolo
di concause di pari dignità). Una sola concausa è stata associata alla
patologia oncologica ed è la
depressione, in quanto produttrice di un atteggiamento di passività ed inermità
di fronte all'aggressione della malattia. Questa circolarità di ipotesi
eziologiche tra patologia tumorale e depressione costituisce a parer nostro un
doppio ostacolo al riconoscimento di fattori di rischio di tipo ambientale per
la salute della donna.
Per
nessuna di queste patologie si è mai fatto riferimento al carico di lavoro
familiare nè al doppio lavoro, nè si sono impostate ricerche appropriate che
ipotizzassero il collegamento tra stress, specifiche patologie e l'ambiente
socio-familiare e/o stili di vita legati al ruolo femminile.
L'impostazione
del campo di ricerca
Il
campione scelto è stato costituito da:
·
3 gruppi
con patologia: 120 donne di età compresa tra i 25 e 54 anni e di omogenea
condizione sociale, con depressione psichica, ipertensione arteriosa, carcinoma
mammario. Ciascun gruppo è suddiviso in due sottogruppi di patologie omogenee,
rispettivamente di maggiore e
minore gravità.
·
1 gruppo
senza patologia: 40 donne con il medesimo profilo anagrafico e socioculturale
dei gruppi con patologia.
L’indagine
è condotta attraverso un questionario a risposte chiuse sullo stress (Daily
life questionnaire). Il questionario indaga sette aree rappresentative delle
condizioni di vita della donna e della percezione di sé:
1)
carico di lavoro familiare
ed extra-familiare
2)
rete relazionale
3)
interessi personali
4)
progetti personali
5)
percezione di sé
6)
giudizio degli altri
7)
percezione di stanchezza e ridotta capacità psicofisica.
Il
questionario usato segue un modello
multifattoriale, i risultati sono fondati sull'analisi della varianza nei
confronti pianificati incrociati tra i vari gruppi.
Risultati
I
risultati della nostra ricerca hanno indicato che vi è una differenza
significativa tra i tre gruppi patologici ed il gruppo di controllo rispetto
alla composizione dei fattori indicanti diverse modalità di carico di lavoro e
di stili di vita.
· la differenza è altamente significativa per la variabile indipendente “patologia” (P<0,0000001);
· tutti i gruppi patologici (gravi e lievi) si differenziano in modo significativo dal gruppo di controllo (P<0,0000001);
· l’interazione tra lavoro extrafamiliare e patologia, analizzata separatamente, non è risultata significativa: il lavoro extrafamiliare, cioè, non entra in maniera significativa nella differenziazione tra gruppi patologici e gruppo di controllo.
I
risultati della nostra ricerca hanno messo in evidenza le differenze dei vari
fattori tra i gruppi. Dalle differenze statistiche riportate dai gruppi nei
singoli fattori (analisi della varianza univariata) si sono potuti individuare
differenti profili di rischio all'interno della vita quotidiana. Riassumiamo
quindi i risultati del lavoro attraverso la lettura delle differenze riscontrate
nei vari fattori oggetto dell'indagine.
Gli eventi di vita
Gli
eventi sono stati definiti come antefatti che mettono in moto la risposta di
stress ma non ne fanno parte.
Ogni gruppo ha una sua quota di eventi di lutto, di perdite economiche, e
di eventi senza alcuna connotazione negativa. L'unica differenza é nel tempo: i
gruppi a patologia grave hanno un numero maggiore di eventi nell'arco dei 5 anni
che precedono l'esordio della patologia; quelli a patologia lieve ed il gruppo
controllo hanno invece un numero
maggiore di eventi nell'anno che
precede l'esordio (o il momento della valutazione per il gruppo controllo).
Anche gli eventi luttuosi nell'età infantile non fanno rilevare elementi
di diversificazione tra i gruppi. La perdita della madre non é stata verificata
come significativa in nessuno dei gruppi patologici, e soprattutto in quello
della depressione.
Ciò che risulta verificato è invece che ad un evento percepito dalla
donna come significativo e pertanto riferito e segnalato nel questionario, si
connette un cambiamento nella organizzazione della vita quotidiana.
I fattori
Tutti i fattori differenziano in maniera significativa i gruppi tra loro:
segnatamente il carico di lavoro familiare, gli interessi personali, la
rete relazionale, il progetto personale, la percezione di sé ed il giudizio
degli altri, la stanchezza.
Ricordiamo che i sette fattori costituiscono sia elementi portanti della
vita quotidiana femminile, indagabili separatamente, sia le tappe di un percorso
inserito in una dialettica domanda -
risposta tra la donna ed il suo contesto di vita.
Il carico di lavoro familiare ed extra - familiare
Il carico di lavoro si presenta nei nostri dati con le caratteristiche
del cambiamento e in particolare con
l'aumento delle mansioni, dei compiti, dei tempi. Ciò vale sia per il lavoro
familiare che per quello extra - familiare.
Rispetto al lavoro extra - familiare, considerato separatamente, il
lavoro familiare ha maggiori potenzialità di indurre uno stress patologico: il
carico e l'aumento del carico familiare hanno una valenza generale che riguarda
tutte le donne, sia dei gruppi non patologici che quelle dei gruppi patologici.
Il lavoro familiare presenta caratteristiche di stress patologico
(differenza significativa tra i gruppi patologici e quelli non patologici)
soprattutto nella valutazione della qualità e nel tipo di percezione; in tutti
i gruppi con patologia si ritrovano valori elevati di: insoddisfazione,
percezione di fare cose che non spettano, di essere caricati al di sopra delle
proprie possibilità, di essere sacrificati, percezione di colpa ed attribuzione
a sé di ogni responsabilità.
Il lavoro extra - familiare ha minori valenze stressanti, in generale:
l'aumento del carico di lavoro differenzia meno i gruppi patologici, sia a
livello di quantità che di valutazione qualitativa e percettiva.
Nell'insieme il cambiamento si configura come aumento generale della
pressione lavorativa su tutti i soggetti patologici.
In definitiva é confermato che l'evento modifica l'assetto lavorativo
nella vita quotidiana, e che le differenze riscontrate tra i gruppi segnalano la
presenza di un maggiore carico di
lavoro complessivo.
Il grafico soprastante mostra come a partire dal gruppo di controllo vi
sia un aumento significativo del carico in tutti i gruppi,
con differenze di valore tra i gruppi.
Gli interessi ed i progetti personali
Se gli eventi danno l'avvio alle modifiche nell'ambito del lavoro, che
succede dei tre fattori da noi considerati protettivi della salute psico -
fisica? E cioè le relazioni, gli interessi ed i progetti? Vediamo innanzitutto
gli interessi ed i progetti personali. Il loro comportamento generale ci indica,
come si è visto nel lavoro familiare, che per le donne dei gruppi gli interessi
ed i progetti personali sono carenti o addirittura assenti.
Tale comportamento generale, di tutti i gruppi campione, analogamente a
quanto succede per il lavoro familiare, definisce una complessiva condizione di
rischio, che attiene al genere femminile e non solo alla condizione di
patologia.
I tre fattori (lavoro familiare, interessi e progetti), che presentano
una fisionomia analoga, vanno letti in connessione: l'espansione del carico di
lavoro familiare comporta la compressione
e riduzione di interessi e progetti
personali. Vi è infatti difficoltà a far emergere il per
sé (interessi e progetti personali) in rapporto alle esigenze del per
altri contenuto in modo cogente e strutturale nella tipologia del lavoro
familiare.
Questa restrizione é poi maggiormente presente nei gruppi patologici,
eccetto che nel gruppo dell'ipertensione severa. L'esclusione di questo gruppo
ci ha indotto a fare una doppia valutazione del fenomeno:
-
di tipo generale, ovvero a maggior carico complessivo di lavoro
corrisponde un restringimento degli interessi personali e dei progetti che
riducono l'attività complessiva (tutte le attività del quotidiano, dal lavoro
agli hobbies);
-
di tipo specifico, valido per il gruppo delle ipertese, ovvero il
mantenimento di quote adeguate di interessi e di progetti personali (la sfera
quasi intera del per sé) non si accompagna a riduzione della quantità di lavoro,
creandosi in tal modo le condizioni di un aumento complessivo di tutte le
attività (lavorative e non) con segnali specifici di sovraffaticamento in tutti
i settori.
Sottolineiamo a questo proposito l'utilità di un'analisi condotta in
maniera sincronica su più versanti della vita quotidiana: essa ci permette,
come in questo caso, di guardare i singoli fenomeni non isolatamente, cadendo in
errori interpretativi, ma connettendoli gli uni agli altri in modo da definire
comunque un profilo complessivo di condizioni di stress e di rischio patologico.
Nel
grafico soprastante i valori dei gruppi nei fattori: Interessi personali e
progetti, rete amicale
Tutti i valori crescono rispetto
al gruppo di controllo: ma ciò che aumenta è la riduzione e l'assenza di
interessi, progetti e rete amicale. Il gruppo con valori più elevati è il gruppo depressione.
La rete relazionale
E' un franco fattore di protezione: esso consente il supporto soprattutto
emotivo in quanto in esso é compreso e ha molta rilevanza l'indicatore
"confidenza".
La rete relazionale é robusta nei gruppi non patologici e carente in più
gruppi patologici che mostrano in ciò la loro maggiore esposizione alle
situazioni stressanti, ma in modo differenziato: si tratta di una carenza, ossia
di una mancanza concreta di relazioni (come tendenzialmente accade con maggior
rilevanza per il gruppo depressione); oppure si tratta di una mancanza di tempi
e di spazi per coltivare una relazione o per farla fruttare, il che conferisce
alla relazione la funzione di supporto; nel gruppo ipertensione grave, al
contrario, la relazione viene mantenuta e coltivata ma vi sono i livelli più
alti di stanchezza abituale nella frequentazione di amicizie.
La carenza di rete relazionale nei gruppi patologici ha il preciso
significato dinamico di lasciare la persona isolata. Sia in linea di principio
che in punto di fatto, il non avere amici, o non avere tempo per le relazioni,
non solo costituisce una spia della pressione esercitata dal lavoro complessivo,
ma fa anche risaltare le minori possibilità che si prospettano di avere un input
dall'esterno -
sia sotto forma di motivazione, che di aiuto concreto - per allentare la
pressione lavorativa, e principalmente la pressione del lavoro familiare.
Inoltre c'é da sottolineare che molte delle donne esaminate definiscono
come propria "rete relazionale" esclusivamente quella individuata
dalle relazioni familiari, che spesso si associa però a richieste di ulteriore
aggravio di lavoro. Ciò é spesso segnalato dagli atteggiamenti comuni a tutte
le donne dei gruppi patologici che ritengono nelle relazioni di aver dato aiuto,
comprensione, ma di non averne ricevuto altrettanto.
L'immagine di sé: la percezione soggettiva e la
percezione degli altri
I
valori più elevati sono della percezione di sè rispetto al giudizio esterno.
Il giudizio extra-familiare in particolare non ha differenziato i gruppi
patologici dal gruppo di controllo.
Nella percezione di sé il fattore di rischio principale è il cambiamento con contenuti che riguardano la riduzione della stima
di sé, la percezione di incapacità e l'aumento degli atteggiamenti di
aggressività/irritabilità.
Il cambiamento della percezione di sé si correla, nella geografia
interna dei fattori, con l'aumento della quantità del lavoro: più colpiti sono
i gruppi depressione ed ipertensione, che risultano essere i gruppi su cui più
incide l'aumento di lavoro complessivo.
La correlazione tra aumento di lavoro e modifica della percezione di sé
si rileva anche dal confronto tra donne casalinghe e lavoratrici, a prescindere
dalla loro appartenenza a gruppi patologici e non: le lavoratrici mostrano un
aumento maggiore degli atteggiamenti di aggressività - irritabilità rispetto
alle donne che lavorano solo in casa.
Il giudizio degli altri appare meno improntato a valori di cambiamento:
gli altri (nello specifico i familiari) sembrano avere giudizi più stabili e
meno negativi.
Ma poi, e questo dato risulta contraddittorio, tutti i gruppi mostrano di
essere più sovraccaricati dal
giudizio familiare vivendolo come oppressivo e svalutativo.
Il giudizio familiare viene percepito come oneroso ma
non se ne rintraccia immediatamente il collegamento con il proprio, visto che i
giudizi espressi dai familiari sul piano più obiettivo sono migliori delle
valutazioni soggettive.
L'ipotesi, che la realtà clinica ci ha confermato ed é anche visibile
nel confronto tra donne casalinghe e lavoratrici, si collega alla valutazione
che la "pressione" esercitata dal giudizio familiare non sia presente
solo a livello della "disistima" e del giudizio di incapacità, ma può
manifestarsi come costrizione, oppressione, carico anche in assenza di un
giudizio francamente negativo, o addirittura in presenza di un giudizio migliore
di quella che é la percezione soggettiva.
Questo andamento che abbiamo rintracciato nei gruppi patologici, rispetto
al rapporto tra percezione di sé e giudizio altrui, lo troviamo confermato
anche nel comportamento del gruppo controllo che si percepisce sovraccaricato,
svalutato dal giudizio familiare.
Si delinea così, in corrispondenza di un fattore significativo per lo
sviluppo di condizioni di patologia, un altro elemento che entra a far parte di
quella organizzazione "a rischio" costitutiva della normale vita
quotidiana femminile.
La stanchezza
Costituisce un elemento di estrema comunanza di tutti
i gruppi patologici. Esso individua le capacità di resistenza allo stress con i
segnali anticipatori del break - down
fisico o psichico.
Tutti i gruppi patologici, mostrano alti livelli di stanchezza e di altri
disturbi. Solo il gruppo controllo ha esclusivamente segnali di stanchezza per
il 50% dei soggetti, senza altri disturbi associati.
Questo
fattore -
così come era stato previsto nella nostra ipotesi
- segnala immediatamente una
situazione di stress: il gruppo controllo non ne é esente: ed infatti abbiamo
visto che esso ha valori non trascurabili in corrispondenza di alcuni fattori
(zone di fragilità e rischio generico per la condizione femminile).
Tutti i segnali anticipatori dell'ingresso nella zona patologica sono
equivalenti: in questo fattore non si colgono elementi distintivi per lo
sviluppo delle future patologie.
Lo stato psico - fisico generalmente scadente é allora un segnale, non
della futura patologia, quanto della situazione di sovraccarico antecedente.
La stanchezza si conferma precursore della situazione di stress, essa
costituisce un segnale indifferenziato di una condizione di stress che accomuna
tutti i gruppi e che si collega ad un aumento complessivo delle attività
lavorative, o anche ad un aumento delle attività generali, ma ad un
peggioramento di aspetti qualitativi e percettivo - valutativi.
In questa direzione, la stanchezza segnala la necessità di un
alleggerimento dei carichi. Ma l'alleggerimento non é mai attuato dai gruppi,
se non forzosamente nella interruzione delle attività (di qualche ora o giorno)
sotto la spinta del malessere.
Alla fine dunque possiamo dire che la stanchezza, in correlazione con
l'aumento dell'attività lavorativa esterna, costituisce quel primo
"campanello d'allarme", che in un discorso di prevenzione, può
fondare una salutare riorganizzazione del quotidiano con un adeguato
alleggerimento dei carichi. Al contrario non é mai presa in giusta
considerazione, né dai gruppi patologici né da quelli non patologici: alcuni
gruppi reagiscono con maggiore emotività (allarme), altri no; ma tutti i gruppi
poi mantengono i loro ritmi di vita, non si interrogano sul che fare,
sottovalutano il malessere e non lo collegano alle condizioni di vita
quotidiana.
Riassumiamo le tappe generali del percorso che conducono i gruppi
campione alle soglie della patologia:
-
le donne sia casalinghe che lavoratrici hanno le medesime probabilità di
ammalarsi, il lavoro esterno infatti non svolge una protezione efficace: esso
preso singolarmente é minore induttore di stress, ma nel quadro di insieme del
lavoro familiare ed extra - familiare che si realizza nella condizione
femminile, diviene ulteriore elemento di stress.
-
L'evento determina una necessità di cambiamento e questo evento é più
facilmente di carattere familiare che sociale, attiene maggiormente al campo del
"lavoro familiare". Gli eventi infatti che danno l'input
sono frequentemente quelli attinenti allo sviluppo del ruolo materno (maternità
biologica o psicologica: il provvedere agli altri materialmente e
psicologicamente, sia figli sia non). L'evento determina un processo a cascata
di molteplici cambiamenti che vanno tutti nella direzione del sovraccarico di
lavoro, in primis quello familiare.
-
Il lavoro familiare viaggia sempre a livelli limite, anche nel gruppo
sano, facilmente crea situazioni di sovraccarico. Il lavoro familiare é meno
riconosciuto come fattore di stress e più difficilmente inserito in ottiche di
modifica (alleggerimento); il lavoro extra - familiare é, al contrario l'anello
debole, storicamente di formazione più recente, meno vissuto come diritto,
viene subito percepito e spesso individuato come unico produttore di stress e più
facilmente eliminato. Inoltre l'aumento complessivo del carico di lavoro induce
altri cambiamenti, valutati come necessari alleggerimenti.
-
In generale, viene alleggerita la già esile zona del personale
(interessi, progetti, relazioni amicali). La differenza tra i gruppi comincia da
questi fattori: da qui si cominciano ad apprezzare quei comportamenti diversi
che indirizzano le donne in percorsi patologici diversi.
Il primo atto del percorso di formazione della risposta di stress
coinvolge la maggioranza delle donne: agli eventi di vita, che nell'impianto
dinamico, costituiscono l'occasione perché si produca una domanda sociale e
familiare di aumento del carico, fa seguito in genere una risposta di assunzione
del carico. Una tale risposta trova il suo fondamento di non rifiutabilità
nella "normalità" del lavoro familiare in relazione proprio a
tipologia, modalità organizzative, e modelli di riferimento, ecc., che lo
definiscono come lavoro non defettibile.
Successivamente, le modifiche che si innestano in riferimento ad altre
condizioni della vita quotidiana, tendono a differenziare maggiormente sia gli
sviluppi della situazione di stress, sia i comportamenti dei gruppi patologici.
E così le relazioni, gli interessi, i progetti, la stima di sé e degli altri
svolgono un ruolo di maggiore o minore protezione, di approfondimento o
alleggerimento dello stress, di aumento o riduzione delle capacità di lettura
del proprio malessere e di intervento sul primo fattore di stress: il carico di
lavoro.
La prima distinzione si individua nella diversità di comportamento tra i
gruppi a patologia psichica, ed i
gruppi a patologia fisica : il
mantenimento della buona stima di sé, ed un
buon giudizio degli altri sono sicuramente fattori di protezione rispetto
al break - down psichico , ma non
proteggono da quello fisico.
Questa distinzione tra ciò che é fisico e ciò che é psichico é
chiaramente solo metodologica, condividendo noi le posizioni che vedono una
interconnessione stretta tra dominio dello psichico e del fisico
in quanto tutti e due poggiano sulla struttura unitaria biologica,
psicologica e sociale dell'individuo. Quando parliamo della differenza tra psichico
e fisico la valutiamo non nell'ambito della eziopatogenesi delle varie
patologie, ma nell'ambito degli effetti e dei punti di scarico della tensione
bio - psichica e della pressione sociale: il corpo biologico nella
ipertensione e nel carcinoma, il corpo psichico nella depressione e
nell'ansia.
Effetti
generali della ricerca e revisione dei modelli di malattia
Da
queste analisi si producono effetti generali nel campo di ricerca dello stress:
che vanno a modificare il punto di vista - finora obbligato - della connessione
prevalente tra patologia e fattori biologico-ormonali nella donna. Segnaliamo
quindi i principali effetti, sottolineando in particolare quelli che riguardano
il nostro specifico campo di intervento clinico: la depressione.
Tab.
1 Risultati
della ricerca |
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Depressione femminile è |
Si allontana dai fattori costituzionali ed ereditari sia biologici che psicologici. S'inserisce a pieno titolo nel quadro delle patologie da stress correlandosi significativamente con: l'aumento del carico di lavoro familiare, la riduzione di investimento nelle attività e nei progetti di interesse personale.
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Ipertensione e patologie cardio-vascolari è |
Escono dalla complessiva sotto-valutazione in cui l'indagine parziale su stress e lavoro produttivo le aveva relegate. Acquisiscono "pari dignità" in rapporto alla patologia maschile corrispondente nella considerazione che il lavoro complessivo (lavoro familiare + lavoro extra-familiare) e non solo il lavoro produttivo é causa di stress e di rischio cardio-vascolare. |
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Carcinoma mammario è |
Si allontana dalla correlazione con la depressione Entra nel panorama delle ricerche sullo stress con un rischio connesso alla sfera lavorativa complessiva indipendentemente anche da eventi di perdita e depressione. |
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