CENTRO PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNA

Responsabile dott.ssa Elvira Reale

 

ATTIVITA’ DELLA RETE

CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE

 


 

  Il Programma Urban e la Rete  Nazionale  Antiviolenza. 

 La Commissione delle Comunità Europee ha deciso nel 1994 di istituire una "iniziativa comunitaria" rivolta alle zone urbane problematiche. Il Programma di Iniziativa Comunitaria Urban 1994-1999 rientra, come altri 12 PIC, tra le "azioni che rivestono un.interesse particolare per la Comunità" per le quali la Commissione ha proposto agli Stati membri di presentare domande di contributo (art. Il del Regolamento Cee 2082193). Con il Pic Urban la Commissione Europea ha inteso dare applicazione a un approccio integrato alle problematiche urbane, "asso- ciando la promozione dell'attività economica al miglioramento dell'infrastruttura e dell'ambiente, la formazione personalizzata alle azioni a favore delle pari opportunità e all'adeguamento dei servizi sociali" (Comunicazione agli Stati membri 94/C 180102). Gli attori principali di questo intervento comunitario sono le amministrazioni delle città, soggetto beneficiario e attuatore del Programma per eccellenza, a cui sono richiesti progetti innovativi e integrati. Il Pic Urban Italia ha interessato dal 1994 13 città, passate poi a 16 nel 1997, di cui 12 nelle regioni meridionali (Obiettivo 1 dei Fondi Strutturali Europei). Il programma (Pic) è unico e unitario a livello nazionale, coordinato da un'Amministrazione centrale, fino al 1997 il Dipartimento per il Coordinamento delle politiche dell'Unione Europea, poi il Ministero dei Lavori Pubblici. 

La spesa il complessiva prevista è di 338,5 Milioni di Euro, pari a circa 660 Miliardi di lire. La tematica della violenza sulle donne e dei servizi che le amministrazioni pubbliche possono mettere in campo per prevenirla e contrastarne gli effetti sociali, è stata presente fin dall'inizio tra le azioni approvate dalla Commissione Europea con il Programma Operativo Urban Italia. In particolare con la Misura 2 del Sottoprogramma 2, Venezia sottoponeva a contributo la realizzazione di un Centro antiviolenza e di una Casa di accoglienza per donne maltrattate. Il successivo inserimento del Progetto pilota "Rete nazionale antiviolenza tra le città Urban Italia" all'interno delle azioni gestite dall'autorità nazionale responsabile del Programma (Sottoprogramma 14), permette di collocare in posizione di evidenza in Europa il tema della violenza sulle donne e le esperienze che sul campo sono state affrontate dalle città italiane. La Rete, che coinvolge 8 città Urban su 16, oltre a contribuire a una migliore conoscenza delle fenomenologie di violenza, ha lo scopo di confrontare, a partire da un disagio sociale specifico, gli strumenti delle amministrazioni per affrontare i processi di disagio ed esclusione sociale presenti nelle comunità locali, aderendo all'indicazione generale di approccio integrato data all'avvio dell'iniziativa comunitaria.

Da queste considerazioni generali si può approfondire il significato che il Progetto pilota "Rete nazionale antiviolenza tra le città Urban Italia" assume per le politiche di cittadinanza delle donne. Possiamo richiamarci al Regolamento dei Fondi Strutturali Europei, che prevede una clausola di "pari opportunità" valorizzante le azioni innovativi a favore delle donne all'intemo dei programmi comunitari. Tale clausola assume un particolare significato per lo sviluppo locale rispetto a programmi come Urban volti al miglioramento durevole delle condizioni di vita delle città. Questo orientamento propone un indicatore preferenziale per l'approvazione dei progetti per quelle città che abbiano previsto, all'interno dei progetti stessi, azioni innovative in una prospettiva di genere. Ciò implicherebbe lo sviluppo di almeno tre aspetti correlati: l'Europa si può dotare di strumenti per politiche di mainstreaming superando un approccio differenzialista e residuale nei confronti delle politiche per le donne; i poteri locali, in base ai vincoli del co- finanziamento, potrebbero essere spinti a produrre politiche al femminile e innovazione in questo ambito; le politiche di cittadinanza delle donne volute dalle città potranno avere la possibilità di finanziamenti adeguati e continuativi nel tempo. Per le pubbliche amministrazioni italiane da ciò si potrebbero produrre molte altre ricadute virtuose: far decollare le politiche di pari opportunità e di cittadinanza delle donne; promuovere una migliore cultura della progettazione, gestione e valutazione per i progetti europei; offrire all'ente locale la possibilità di funzionare da volano per progetti e azioni di tipo innovativo provenienti dal territorio, da altre istituzioni pubbli- che e dall'associazionismo femminile; promuovere imprese femminili di solidarietà sociale orientate non tanto ad azioni "riparative" per la debolezza sociale delle donne quanto ad azioni di cittadinanza improntate dalla cultura di genere. Seguendo queste linee prospettiche, il Progetto pilota "Rete antiviolenza tira le città Urban Italia", con il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, esercitata attraverso il Dipartimento per le Pari Opportunità, sta promuovendo tre specifiche azioni. La prima riguarda una ricerca nazionale sulle fenomenologie della violenza condotta in otto città italiane: Venezia (Comune capofila della Rete e sede della sua segreteria tecnico-scientifica), Palermo, Catania, Reggio Calabria, Foggia, Lecce, Napoli, Roma.     

        Una seconda azione della Rete riguarda la predisposizione di un Manuale rivolto a operatrici e operatori di servizi pubblici e privati. Esso intende fornire uno strumento di lavoro per interventi antiviolenza con orientamento di genere sia nel campo delle politi- che a favore delle donne che per quelle rivolte ai minori. 

         La terza azione riguarda il confronto delle "buone pratiche" tra le città della Rete e la costituzioni di reti locali.

( tratto da: Cittadinanza delle donne e governo delle città nel contesto delle politiche europee contro l'esclusione sociale, Franca Bimbi e Franco Schenkel, in "Libertà femminile e violenza sulle donne: strumenti di lavoro per interventi con orientamenti di genere"  F. Angeli, Milano 2000)

 


 

 

La rete antiviolenza a Napoli ed il progetto del Centro ascolto

 

Il Gruppo Donne e Salute (area tematica “violenza”), composto da associazioni (Arcidonna, Onda Rosa, UDI, Colline di rame) e da istituzioni ( A.S.L. Napoli 1 Distretto 46 - referente Dott.ssa E. Reale -  e A.S.L. Napoli 1 Distretto 50 – referente dott.ssa. R. Papa -) ha presentato il progetto sulla formazione della Rete e del Centro Ascolto Antiviolenza diventato operativo dal 15/12/1997 con delibera N° 5367 della Giunta comunale di Napoli.

 

Questo progetto è proseguito negli anni successivi su presentazione annuale di progetti a cura della Rete

La Rete ha curato quindi la progettazione e l’organizzazione del Centro Ascolto Antiviolenza, mentre la gestione economica del centro è stata affidata all’associazione Arcidonna.

a    

La Rete attraverso le istituzioni e le associazioni che la compongono, svolge una serie di attività di supporto al Centro ascolto.

¨     Onda Rosa offre le consulenze legali alle donne. L'attività di consulenza si svolge presso il Centro in alcuni giorni prestabiliti.

L'associazione ha partecipato al progetto di ricerca URBAN svolgendo le interviste in profondità alle donne con una storia di violenza.

L' associazione inoltre collabora alla formazione delle operatrici del telefono. Onda Rosa è punto di riferimento per la formazione delle operatrici in materia legale.

 

¨     UDI si occupa di mettere in rete alcune professioniste per le questioni legali e svolge insieme alle altre associazioni le attività di formazione per le operatrici e di informazione.

 

¨     ARCIDONNA ha la gestione amministrativa del Centro ascolto e delle operatrici del telefono; condivide con le altre associazioni ed istituzioni la responsabilità della gestione tecnica e della formazione.

L'ARCIDONNA svolge una particolare attività di prevenzione contro la violenza in alcune scuole del territorio napoletano dove ha condotto una ricerca intervento tra le adolescenti.

 

¨     Il consultorio del Distretto 50 della ASL Napoli 1, si occupa della consulenza medico-ginecologica, e svolge l'attività di formazione agli operatori sanitari per l'accoglienza. Il consultorio del DS 50 ha progettato anche una attività di gruppo (di pari)  per "slatentizzare le violenze familiari".

 

¨     Il centro Prevenzione Salute Mentale Donna del Distretto 46 della ASL Napoli 1 si occupa di fornire la consulenza specialistica in situazioni di danni psichici conseguenti alla violenza.

Il Centro ha fornito la sua collaborazione in 45 situazioni di violenza trattate dal Centro ascolto anti-violenza con interventi  specifici di:

consulenza psicologica specialistica, relazione e certificazione psicologico-clinica, trattamento psicoterapico.

Il centro Prevenzione salute Mentale donna inoltre:

-         svolge - sulla tematica delle conseguenze psichiche della violenza - una attività di formazione anche nei confronti di  altri centri antiviolenza (come Roma, Udine e Bologna);

-         partecipa alla commissione tecnica del progetto Urban;

-         ha collaborato alla redazione del manuale redatto all'interno del Progetto URBAN: “Libertà femminile e violenza sulle donne” Ed. Franco Angeli;

a 

La Rete, con l’A.S.L. Napoli 1 (referente Dott.ssa E. Reale) e con l'Associazione Onda Rosa (referente Avvocatessa M. De Nigris) ha partecipato a tutte le audizioni parlamentari per lo studio e l’elaborazione della legge n° 853 partecipando alla presentazione del progetto di legge della On. Serafini per il finanziamento delle case di accoglienza.

a

La Rete -attraverso la rappresentante dott.ssa E.Reale, designata come esperta dell’Assessorato Alla Dignità - è stata presente nel comitato tecnico-scientifico del programma URBAN del Ministero delle Pari Opportunità per la realizzazione del “Progetto pilota rete antiviolenza tra le città URBAN-ITALIA Comuni: Catania, Napoli, Roma, Venezia, Trieste”.

Questo comitato tecnico-scientifico ha curato la programmazione a livello nazionale di varie azioni specifiche:

1)   progettazione di un’indagine sul campo rivolta ad operatori ed operatrici dei servizi pubblici e privati più rilevanti per il fenomeno in oggetto presenti sul territorio;

2)   progettazione di un’indagine sul campo sul tema della violenza alle donne, della sua percezione ed incidenza;

3)   progettazione ed esecuzione di una indagine qualitativa alle donne che hanno subìto violenza e/o maltrattamenti;

4)   redazione di un rapporto locale concernente la mappatura e le indagini;

5)   scambio di informazioni ed esperienze tra operatrici ed operatori attraverso un seminario nazionale  per la formazione di nodi di rete.

a

A livello locale la Rete, ha  curato la programmazione e la gestione tecnico- scientifica ed amministrativa del Seminario nazionale (giugno 2000) e di n° 5 Seminari locali per costruire una più ampia partecipazione delle istituzioni locali e delle associazioni del volontariato alla lotta contro la violenza sessuale.

  a

La rete ha sviluppato il progetto per un ampliamento delle funzioni del Centro Ascolto presentando in più occasioni al Comune di Napoli la necessità di allestire una Casa di accoglienza per le donne maltrattate.