UO PSICOLOGIA CLINICA -  PREVENZIONE SALUTE MENTALE DONNAdirettore: E. Reale

 

 

      Il Centro Clinico per il maltrattamento in famiglia ed al lavoro

 

 

               La Unità Operativa di Psicologia Clinica - Prevenzione Salute Mentale della Donna - della ASL Napoli 1 collabora dal 1996 con l'Organizzazione Mondiale della Sanità sul tema delle conseguenze della violenza sulla salute mentale delle donne.

            Nel dicembre 1997 ha partecipato al meeting dell'OMS di Copenaghen per la stesura di Raccomandazioni agli operatori sanitari per combattere la violenza contro le donne.

            In altre occasioni aveva partecipato a Seminari internazionali sullo stesso tema (Liegi, 1988; Ginevra, 1989; Amsterdam, 1991).

            Dal 1998 insieme all’associazione ARCIDONNA ha promosso in via sperimentale a Napoli, la Rete contro la violenza sessuale. In collaborazione con il Comune di Napoli ed il Centro Donna, la Rete ha messo in piedi e gestito l'esperienza del Centro Ascolto anti-violenza.

 

         La UO della ASL in sintonia con gli obiettivi internazionali sia dell’UNFA che dell’OMS che delle Nazioni Unite, ha messo in campo una attività di formazione degli operatori sanitari sul tema della violenza ed ha dato avvio ad una esperienza di sanità pubblica finalizzata alla valutazione diagnostica dei danni alla salute delle donne che i comportamenti violenti provocano.

 

            1.         Nell'ambito dell'attività del Centro ascolto il nostro Servizio di psicologia clinica  ha offerto in rete la sua competenza tecnica nel fornire consulenza specialistica e percorsi psicoterapici alle donne che lo richiedevano o che comunque avevano riportato specifici danni psichici.

            Nell'ambito di questa attività di consulenza clinica ha seguito in collaborazione con il Centro ascolto del Comune di Napoli:

            45 donne per maltrattamento familiare;

            5 donne per problemi lavorativi (mobbing e molestie sessuali);

            3 minori per problemi di abuso;

            2 casi di  stupro.

In tutti questi casi il Servizio di Psicologia clnica ha proceduto sia con interventi di valutazione tecnica del danno psicologico subito dalla donna maltrattata e/o abusata; sia con interventi terapeutici per il superamento dei vissuti depressivi.

L'esperienza di collaborazione in rete con il Centro antiviolenza ha indicato in modo omogeneo che la donna, prima di attuare un percorso di uscita dalla violenza, passa molti anni in una relazione violenta che la danneggia sul piano fisico e psichico.

Questa consapevolezza, condivisa anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dato una nuova spinta alla promozione di una politica locale di sviluppo dell’intervento sui danni psichici provocati dal maltrattamento, e sulla formazione degli operatori sanitari sui temi della violenza.

 

            2. Si è così organizzato a partire dal 2002 un Servizio specifico all’interno della ASL Napoli 1 per l’intervento sugli effetti psichici della violenza e del maltrattamento.           

      Il Centro Clinico per il maltrattamento in famiglia e ed al lavoro

è stato così costituito presso la Unità Operativa di Psicologia Clinica - Prevenzione Salute Mentale donna - della ASL Napoli 1.

 

            La operatività del Centro Clinico è finalizzata sia alla valutazione dell’eziologia da maltrattamento nell’ambito della diagnostica delle più comuni patologie psichiche tra le donne (ansia e depressione, sindrome post-traumatica da stress, sindrome d'adattamento, disturbi alimentari) che alla valutazione degli effetti del maltrattamento  sulla qualità di vita della donna .

 

A. sul piano diagnostico l’intervento del Centro punta a:

- la valutazione del danno psichico nella donna maltrattata,

- l’acquisizione e la valutazione delle prove cliniche del danno,

- la definizione del nesso di causalità tra patologia psichica/danno psichico, in specie disturbi  depressivi, da ansia e da stress, e condizione pregressa/attuale di maltrattamento.

 

B. Sul piano del trattamento, l’intervento del Centro Clinico è finalizzato alla ri-acquisizione, da parte della donna che ha subito un lungo maltrattamento, di un livello di equilibrio psichico sufficiente a:

- operare il distacco dal partner maltrattante, mettendo in atto le azioni legali pertinenti;

- ri-definre un progetto di vita centrato su di sè;

- riacquistare una adeguata  stima di sè sufficiente al proprio benessere psico-fisico.

 

            Questa attività specialistica, in rete con il Centro anti-violenza, si è rivelata di assoluta necessità in tutti quei casi in cui la donna, oggetto di maltrattamento sia fisico che psichico, per anni subito in silenzio,  non ha  raccolto le prove da esibire in un giudizio  civile o penale, prove che potrebbero farle ottenere la salvaguardia di una serie di diritti, collegati al diritto fondamentale della salute, come ad esempio, la casa, l’affido dei minori, il risarcimento dei danni, ecc..

 

3. Per quanto riguarda la formazione, all’interno dei programmi di ECM (Educazione Continua in Medicina) del ministero della Salute, il  Centro Clinico ha organizzato nel biennio 2002-2003  e nell'anno 2004, con il Servizio Formazione della ASL Napoli 1,  un programma di seminari per medici dei servizi sanitari.

Su questo tema di promuovere, in modo sempre più allargato, la conoscenza degli effetti della violenza sulla salute vi è oggi un consenso delle principali istituzioni sanitarie internazionali.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha affermato con forza a partire dal giugno 2000 che la violenza contro le donne è anche un problema di sanità pubblica e che essa  deve coinvolgere gli operatori sanitari nella prevenzione del fenomeno e nel trattamento delle conseguenze in termini di danni alla salute fisica e psichica.

 

. E su questa linea  possiamo annoverare oggi altri due interventi autorevoli che spingono il mondo sanitario ad organizzare presidi per combattere gli effetti della violenza sulla salute:

- l’iniziativa dell’AMA  (American Medical Association) che nel giungo 2002 ha pubblicato una linea guida per i medici finalizzata alla prevenzione, all’individuazione precoce ed al trattamento dei casi di violenza tra la popolazione femminile dei servizi sanitari :“Connecting the Dots to Prevent Youth Violence. A Training and Outreach Guide for Physicians and Other Health Professionals”;

- l’iniziativa delle Nazioni Unite che ha sviluppato una linea guida - rivolta alle istituzioni sanitarie pubbliche e private - finalizzata a contrastare il fenomeno della violenza con i suoi effetti sulla salute, e ad adeguare i servizi sanitari a questa nuova emergenza. 

 

Su questa linea internazionale di contrasto della violenza in campo sanitario, i Seminari di formazione, promossi all’interno della  ASL Napoli 1 dal Centro Clinico per il maltrattamento, hanno risposto a questa esigenza diffusa di conoscenza del mondo medico e nello specifico hanno avuto come oggetto la costruzione di un percorso formativo in tre tappe centrato su: "conoscenza – trasformazione delle prassi sanitarie - prevenzione".

“Conoscere per trasformare e prevenire” costituisce oggi una linea unitaria per promuovere e sviluppare l’interesse del mondo sanitario e per coinvolgere sempre più ampiamente  il mondo medico e le sue associazioni.

 

v     La prima tappa , la conoscenza:

-         conoscere l'estensione del fenomeno, sapere che una donna su quattro nell'arco della vita subisce violenza e che una donna su dieci subisce violenza nell'ultimo anno di vita.

-          Conoscere il collegamento della violenza con i processi di formazione delle patologie. Ricerche in questa direzione sono state condotte a partire dalle donne che hanno subito violenza; scarse ancora sono le ricerche sulle patologie in donne che non hanno denunciato fatti di violenza. Ciò significa che il mondo medico non ha ancora mosso i propri passi in autonomia provvedendo a svolgere una indagine eziologica a tutto campo sulle patologie a più alto impatto tra la popolazione femminile, come ad esempio  le patologie psichiche, quelle cardiovascolari  e da stress.

Per questo motivo, data la scarsità di dati proveniente dal mondo sanitario, l'OMS ha posto agli operatori sanitari             l'obiettivo di trasformare le prassi clinico-diagnostiche, inserendo in esse protocolli per la rilevazione delle condizioni di            violenza.

 

v     La seconda tappa, la trasformazione:

-         trasformare l'attività diagnostica. Ciò deve significare inserire nelle pratiche cliniche la violenza come probabile co-fattore eziologico e di rischio; significa guardare al processo patologico non solo come un dato autonomo del bios ma anche come possibile conseguenza e prodotto di azioni esterne come la violenza in tutti i suoi aspetti, da quella fisica a quella psicologica.

 

v     La terza tappa, la prevenzione:

-         la violenza denunciata spontaneamente dalla donna è la minima parte di un fenomeno molto più ampio e sommerso. La donna non conosce gli effetti della violenza sulla salute, non sa che tollerare la violenza ha costi elevati sull'equilibrio psico-fisico: informare la donna diviene allora il compito principale di ogni servizio sanitario che ha tra la sua utenza prevalente le donne. L'informazione deve riguardare sia il rapporto violenza - malattia sia i luoghi specifici (Servizi, Centri antiviolenza, ecc.) dove la donna può discutere i suoi problemi e darvi opportuni inquadramenti prima che essi si trasformino in percorsi di malattia. 

-         Elemento trainante della prevenzione è quindi un’adeguata informazione  rivolta alle donne. Essa si ottiene attraverso la diffusione di opuscoli informativi sulla violenza ed i suoi effetti per la salute e l’affissione di locandine in tutti i luoghi sanitari in cui è alto l’afflusso delle donne: servizi di psichiatria, pronto-soccorso; studi dei medici di famiglia, ecc.

 

     

 


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